COSTA OCCIDENTALE DELLA PENISOLA DELL’ATTICA
 Dal Pireo partono i 60 km di strada costiera che portano a capo Sounio, punta avanzata di una costa di spettacolare bellezza e che attraversa vari centri balneari
Dopo il Pireo merita una sosta Limni Vouliagmeni :lago termale di acqua salmastra

Altra sosta a Barkiza dove si trovano pasticcerie e caffetterie .Da qui si può anche prendere la strada diretta per l’aeroporto che si trova a circa 30 km
Proseguendo sulla costa si arriva ad Anavissos.

Possibilità di soggiorno ad Anabyssos all’Hotel Alexander beach,hotel con piscina di fronte  ad una piccola spiaggia, adatto per visitare Atene ed i dintorni e nello stesso tempo per soggiorno balneare.


 

Lungo la costa si aprono numerose spiagge e baie panoramiche ed alla fine si vedrà apparire il promontorio di Capo Sunion,punta estrema dell’Attica, dominato dal superbo tempio dorico in marmo di Paros del DIO POSEIDONE (444 a.C.).

Proseguendo si arriva al promontorio di Capo Sunion,punta estrema dell’Attica.
 E’stato eretto in marmo nel 444 a.C. per volere di Pericle , i resti del tempio di Poseidone dominano il promontorio. Originariamente aveva 34 colonne. Oggi ne sono rimaste 15 e una riporta le iniziali del poeta inglese Byron che arrivò fin qui nel 1810.

Era chiamato Capo Colonna dai Veneziani, ed è famoso per i suoi splendidi tramonti .


Nella baia sotto il tempio si trovano taverne e una spiaggia attrezzata

 CAPO SUNIO
Il santuario di Capo Sounion è uno dei più importanti templi panellenici. Esso si trova su un promontorio nei pressi di Atene ed è dedicato al dio Poseidone
Secondo il mito sarebbe il luogo dal quale Egeo, re di Atene e padre di Teseo, si sarebbe gettato nel mare. Il mito racconta che Teseo, partito per uccidere il Minotauro a Creta e porre così fine all’annuale sacrificio dei quattordici giovani che Atene doveva mandare a Minosse come cibo del mostro , si era impegnato col padre Egeo, re di Atene, che al ritorno la nave avrebbe inalberato le vele bianche in caso di successo. Compiuta la impresa, Teseo salpa per Atene, ma, preso dal sonno, dimentica di esporre le vele bianche. Il re Egeo, dal Capo Sounion, vedendo che le navi avevano le vele nere e convinto dell’insuccesso e della morte del figlio, per il dolore si gettò nel mare, che da lui, appunto, prese il nome di “Egeo”.
Il tempio arcaico fu probabilmente distrutto durante l’invasione persiana dell’Attica del 480 a.C. Il tempio venne ricostruito iprobabilmente intorno al 440 a.C. per volontà di Pericle. Durante la guerra del Peloponneso, nel 413 a.C., il sito venne fortificato. Del tempio restano tuttora in piedi 18 colonne delle 42 originarie. La posizione panoramica a picco sul mare lo rese ben noto ai viaggiatori e fu visitato anche da Lord Byron, che vi lasciò incisa la propria firma sulla base di una delle colonne .Capo Sounion è uno dei grandi luoghi sacri del mondo antico, saturo di storia e mito.
Probabilmente è stato costruito dallo stesso architetto che costruì il tempio di Efesto nell’Agorà di Atene. Dal promontorio si possono vedere splendidi panorami della costa circostante.

La baia sottostante  con spiaggia attrezzata , albergo e ristoranti tipici è ottima per una sosta.
Particolarmente suggestivi i bagni di mare all’ombra del tempio .Perlopiù i turisti salgono al tempio verso il tramonto,nel resto del giorno il sito è praticamente deserto.
Si può ritornare per la strada interna dopo aver attraversato Lavrion.

ATTICA ORIENTALE: MARATONA
MARATONA è la città che dà il nome alla celebre corsa (42,195 km è la distanza che separa Maratona dall’Acropoli di  Atene)
L’esercito di 6400 Persiani ,fu qui sconfitto dagli Ateniesi .La notizia fu portata ad Atene da Fidippide  che corse fino all’Acropoli con l’armatura , e dopo aver dato la notizia morì per lo sforzo.
Dal porto di Rafina seguendo la litoranea si costeggia una serie di spiagge .Dopo circa 5 km si arriva a Maratona .Bella la lunga spiaggia sabbiosa di Skinias.
 


 

Nelle vicinanze il tumulo degli Eroi di Maratona che commemora la battaglia 

 In pochi kilometri si arriva al Lago di Maratona :
da Maratona tornando verso Atene si arriva al Lago di Maratona,lago artificiale formatosi dopo la costruzione della diga di marmo bianco e immerso nella zona boschiva.

RAMNUNTE
 

Continuando la strada litoranea  dopo Skinias  si arriva a  Ramnunte, la città del “ramo spinoso” costruita su un promontorio di fronte all’isola di Eubea.
Qui si trovano i resti dell’unico tempio dedicato alla Dea della vendetta NEMESI  figlia di Oceano.

Situata in una piccola pianura a nordest dell’Attica (vicino alla cittadina di Kato Souli), l’antica Ramnunte  che prende il nome dagli arbusti spinosi  tipici della vegetazione locale ,era un demo ateniese , prospiciente il golfo dell’Eubea.  Si trova a circa 53 km da Atene, e ad una quindicina da Maratona. Questa città faceva parte del sistema difensivo di Atene: infatti  proteggeva il territorio controllato da Atene ed i suoi commerci per il tratto di mare prospiciente, dove transitavano le navi che portavano grano dall’Eubea ad Atene.
Il suo maggiore sviluppo si colloca tra V e IV sec. a.C. Le rovine sono affascinanti per la posizione solitaria  e per il contrasto di colori : sono immerse nel verde e  situate di fronte al mare e all’isola di Eubea .Dopo l’ingresso,  proseguiamo lungo il sentiero principale incontrando sul cammino resti di abitazioni e impianti per la lavorazione dei prodotti agricoli.

Proseguendo, si giunge nei pressi del principale santuario cittadino, quello di Nemesis. La Nemesis venerata a Ramnunte era la divinità agreste che curava la produttività dei campi e la stabilità dell’ordine rurale. E chi lo turbava, era punito per la sua tracotanza. Nemesi di Ramnunte (testa al British Museum di Londra, frammenti della base decorata al Museo Nazionale di Atene).Nel santuario era anche venerata Themis. Il santuario fu costruito su una terrazza artificiale sorretta a nord ed est da un poderoso muro .

La leggenda narra che gli eserciti persiani ,sbarcati qui prima della loro sconfitta a Maratona,avessero portato un grosso blocco di marmo per scrivere la loro vittoria sugli Ateniesi ,ma la Dea Nemesis  ha impedito loro di vincere ,così il marmo è servito ad erigere un piccolo tempio.
Altri piccoli edifici inerenti le funzioni santuariali sono visibili nei dintorni. Dell’altro santuario famoso, l’Anfiaraion, rimangono pochi resti, non facilmente raggiungibili e scarsamente visibili, nei pressi dell’altura prospiciente il mare. Nei dintorni sono state recuperate numerose stele decorate a bassorilievo, conservate nel deposito. Attorno al santuario sorgevano anche residenze ed impianti produttivi rurali, oltre alle infrastrutture per i pellegrini e i frequentatori del santuario stesso, di cui rimangono numerosi tratti di mura e si possono riconoscere le piante degli edifici. Sulla collina verso la  parte costiera  si possono vedere  la città, il porto, l’acropoli, sono immersi nel verde  a ridosso del mare e  si possono ammirare anche le parti di mura urbane meglio conservate. Raggiungere il sito non è semplicissimo ma neppure troppo difficile. Partendo da Maratona, si prosegue in direzione nord, seguendo le indicazioni che vi porteranno ad imboccare una stradina in mezzo ai vigneti, che terminerà non appena raggiunto il sito archeologico. Meglio informarsi prima sull’ apertura del sito  .il sito apre alle 9 e chiude alle 17, salvo variazioni temporanee.

Splendide vedute sull’isola Eubea 

Ottimo luogo per assaporare la cucina greca tradizionale è l’abitato di Kalivia che si trova nella zona periferica di Atene: un paese di ex macellai che piano piano si è trasformato in zona di taverne tradizionali che nelle sere d’estate riempiono le strade con tavoili e sedie e servono carne allo spiedo e alla griglia, avccompagnate da verdure varie ,insalate e cibi caratteristici.Il pasto termina poi con dolci e/o frutta offerta al momento del conto.
(Per arrivarci:Si prende una strada laterale a destra ,lungo la superstrada che dall’aeroporto porta a

l mare a  Bari-Barkiza ( Vari-Varhiza) . Si parcheggia alla periferia del paese e si entra in paese. Passeggiando si sceglie una delle numerose taverne che espongono gli spiedi con i cibi in cottura.

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