…Bella e feconda sovra il negro mare
Giace una terra che s’appella Creta,
Dalle salse onde d’ogni parte attinta.
Gli abitanti v’abbondano, e novanta
Contien cittadi, e la favella è mista;
Poiché vi son gli Achei, sonvi i natìi
Magnanimi Cretesi ed i Cidonî,
E i Dorî in tre divisi, e i buon Pelasgi.
Gnosso vi sorge, città vasta, in cui
Quel Minosse regnò, che del Tonante
Ogni nono anno era agli arcani ammesso.
Ei generò Deucalïone, ond’io,
Cui nascendo d’Etón fu posto il nome,
Nacqui, e nacque il mio frate Idomenèo ….
(Omero Odissea Libro XIX)
Con queste parole Ulisse si presenta a Penelope
MITO
Leggende e tradizioni hanno come protagonisti dei, semidei, ninfe, eroi e mostri , di cui un numero preponderante è collocato nell’isola di Creta .
L’isola ha molti miti: secondo la mitologia, Creta era il posto in cui Zeus è cresciuto. È stato particolarmente adorato sull’isola ed il re Minosse è considerato suo figlio. Qui, il Minotauro è stato sconfitto da Teseo, Dedalo ed Icaro sono stati qui.
-Il mito più conosciuto è quello del MINOTAURO
Zeus il re degli Dei vide Europa mentre giocava con le compagne sulla spiaggia di Sidone, o di Tiro,
di cui suo padre era re. Infiammato d’amore per la sua bellezza, si trasformò in un toro di un colore abbagliante, dalle corna simili a un quarto di luna, e andò ad accucciarsi ai piedi della fanciulla.
Questa, dapprima spaventata, si fece poi coraggio, accarezzò l’animale e gli montò in groppa. Immediatamente il toro si slanciò verso il mare e, malgrado le grida d’Europa, che si afferrava alle corna, penetrò nei flutti e si allontanò dalla riva. Giunse fino a Creta dove, vicino ad una fonte, a Gortina, Zeus si unì alla ragazza sotto i platani, che, in ricordo di tali amori, conservarono il privilegio di non perdere mai le foglie.



Da questa unione nacquero Minosse, Radamanto e Sarpedone.
Quando Zeus lasciò Europa, quest’ultima sposò Asterione, re di Creta e poichè le loro nozze si rivelarono sterili, Asterione adottò i tre figli di Europa e li nominò suoi eredi legittimi. Alla morte di Asterione, Minosse rivendicò per sè il trono di Creta dichiarando che quello era il volere degli dei e per essere certo di riuscire nell’impresa, pregò Poseidone di fare uscire qualcosa dalle acque del mare con la promessa di offrirlo poi in sacrificio al dio a testimonianza del volere degli dei.
Poseidone accolse le preghiere di Minosse e fece uscire dalle onde del mare un magnifico toro bianco che valse a Minosse il regno di Creta. Il re , però, tanta era la bellezza del toro, non ebbe il coraggio di ucciderlo ed in sua vece sacrificò un altro toro.
Il re del mare, offeso per l’affronto , si vendicò in modo tanto crudele da restare come monito per le generazioni future: fece nascere in Pasifae, moglie di Minosse, una passione morbosa per il toro bianco tanto che, non sapendo come fare per accoppiarsi con lui, confidò la sua insana passione a Dedalo, il più famoso architetto ateniese in esilio a Creta, che per lei costruì una vacca di legno montata su quattro ruote dove la donna poteva introdursi per poter soddisfare il suo desiderio. E così fu. Dall’unione di Pasifae ed il toro nacque il Minotauro, una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva solo di carne umana.
In questo modo il dio del mare volle per sempre ricordare a Minosse quanto folle sia l’azione di un uomo che si ribella al potere degli dei.
Minosse, quando vide la creatura, diede incarico a Dedalo di costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire, per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Dedalo, nella speranza di guadagnarsi la fiducia del sovrano, costruì quello che è noto alla storia come il labirinto di Cnosso.




Vuole così la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto e che ogni anno sette giovani e sette fanciulle ateniesi (che erano stati vinti dal re di Creta) venissero sacrificati al Minotauro per saziare la sua fame di carne umana. Per due volte fu ripetuto il sacrificio fino a quando, alla terza spedizione, giunse a Creta Teseo, figlio di Etra ed Egeo, sovrano di Atene, che si finse parte del gruppo dei sacrificandi perchè voleva porre fine a quelle morti. L’impresa era molto difficile non solo perchè doveva uccidere il Minotauro, ma perchè una volta entrato nel labirinto, era impossibile uscirne.
Il giovane chiese allora aiuto ad Arianna figlia di Minosse e sorellastra del Minotauro, alla quale dichiarò il suo amore e questa a sua volta, innamoratasi perdutamente di Teseo, si consigliò con Dedalo che suggerì di legare all’ingresso del labirinto un filo che sarebbe stato dipanato mano mano che si procedeva. In questo modo sulla via del ritorno, riavvolgendolo, si sarebbe trovata l’uscita. Quando fu il turno di Teseo di essere sacrificato al Minotauro questi dipanò il filo lungo la strada e quando giunse al cospetto del mostro lo uccise e riavvolgendo il filo, riuscì ad uscire dal labirinto.


Finì così l’orrendo sacrificio che era stato imposto da Minosse agli ateniesi e contemporaneamente Teseo ed Arianna fuggirono insieme da Creta ed approdarono all’odierna Nasso..
La mattina quando Arianna si svegliò si accorse però che Teseo l’aveva abbandonata (passata la delusione incontrerà il dio Dioniso). La sua storia è ben raccontata nel libro “Arianna” di Jennifer Saint
Quando Minosse scoprì che Teseo era riuscito nella sua impresa grazie all’aiuto di Dedalo, imprigionò nel labirinto lo stesso Dedalo assieme al figlio Icaro . Dedalo, dapprima si disperò, ma dopo poco tempo ebbe un’idea geniale: costruire due paia di ali per fuggire via dal labirinto. Iniziò così ad intrecciare delle penne saldando le più piccole con della cera. Prima di decollare, Dedalo, ordinò a suo figlio di non volare nè troppo alto in quanto il calore del sole avrebbe sciolto la cera che teneva insieme gli intrecci, nè troppo basso in quanto le onde del mare potevano bagnare le ali appesantendole. Ma Icaro, una volta in volo, preso dall’ebbrezza per questa straordinaria esperienza non tenne conto dei consigli paterni e volò così in alto che la cera si sciolse e precipitò in mare. Dedalo accortosi che il figlio non lo seguiva, ritornò indietro e l’unica cosa che vide furono delle piume che galleggiavano. Recuperato il corpo del figlio, Dedalo lo portò in un’isola vicina che chiamò Icaria, in onore di Icaro.
Dopo aver seppellito il figlio Dedalo riprese a volare fino a quando decise di fermarsi a Cuma, in Italia, nei pressi di Napoli, dove costruì uno splendido tempio in onore del dio Apollo e ai piedi del quale depose le ali.
Minosse che non si dava pace per la fuga di Dedalo, allestì una grande flotta con la quale lo cercò ovunque portando con sè una conchiglia di Tritone ed un filo e promettendo, in ogni luogo dove si fermava, una grossa ricompensa a colui che avesse saputo far passare il filo tra le spire della conchiglia. Minosse sapeva che nessuno sarebbe stato in grado di risolvere il problema, eccetto Dedalo.
Dedalo nel frattempo si era rifugiato a Camico in Sicilia, ospite del re Cocalo.
Minosse arrivato a Camico, propose il dilemma anche a Cocale che chiese aiuto a Dedalo. Dedalo, attaccò il filo ad una formica e la introdusse nella conchiglia al cui capo estremo aveva posto una goccia di miele. Quando il re portò la conchiglia a Minosse, questi capì subito che l’artefice era Dedalo e pretese dal re che gli fosse consegnato. Ma sia il re che le sue figlie non volevano privarsi della compagnia di Dedalo perchè allietava le loro giornate costruendo incredibili balocchi. Fu così allora che mentre Minosse si faceva il bagno, le giovani principesse versarono acqua bollente nella vasca, uccidendolo. Esse poi giustificarono la sua morte attribuendola alla sua distrazione, dicendo che era caduto accidentalmente in una vasca di acqua bollente.
Il cadavere di Minosse fu quindi restituito ai cretesi dicendo che il re inciampando in un tappeto, era caduto in un calderone di acqua bollente. La leggenda vuole che Minosse per la sua integrità morale e la sua rettitudine fu assunto da Zeus come giudice supremo dell’Ade assieme al suo nemico Eaco e suo fratello Radamanto
-Un mito cretese riguarda TALO
Talo è un personaggio della leggenda cretese e viene considerato o un superuomo o una specie di robot di bronzo. Era ritenuto come opera o di Efesto, che ne aveva fatto dono al re di Creta Minosse, o di Dedalo, oppure come l’ultimo rappresentante della “stirpe di bronzo” sulla terra. Essenzialmente, Talo è il guardiano di Creta, scelto per questo incarico da Minosse, e percorre tutta l’isola giorno dopo giorno per proteggere l’isola e impedire ai nemici di penetrarvi , ma anche per impedire ai sudditi di fuggire.

.Le sue armi preferite erano pietre enormi, che gettava a grande distanza. Ma gli “immigrati clandestini” dovevano temere ancora altri pericoli da parte di Talo, anche se riuscivano a sorpassare quel primo sbarramento. Quando li raggiungeva, Talo saltava nel fuoco, portava il suo corpo metallico all’incandescenza e, precipitandosi sui malcapitati, li stringeva e li bruciava.
Talo”il primo robot” era alimentato da un’unica vena nella quale scorreva un liquido bollente che rendeva incandescente il corpo metallico . Era invulnerabile in tutto il corpo fuorché nella parte bassa della gamba, dove la vena, era chiusa da un perno. Quando giunsero gli Argonauti, Medea riuscì con i suoi incantesimi a sfilare il tappo che chiudeva la vena e Talo si irrigidì e morì.
ZEUS
Mitologicamente il luogo più famoso dell’altopiano di Lassiti è la Grotta di Dikteon, dove secondo la leggenda, Zeus appena nato, fu nascosto dalla madre Rea affinché non fosse divorato dal padre Crono.
Sui fianchi della montagna si trova una profonda grotta,, in cui secondo la leggenda lo stesso Zeus nacque e sarebbe stato nascosto al padre, che era solito divorare i figli.


Dopo la nascita di Zeus, Rea trasse in inganno Crono presentandogli una grossa pietra avvolta in un panno, che egli inghiottì convinto di essersi liberato di un altro possibile rivale. I sacerdoti di Rea chiamati Cureti, eseguivano una rumorosa danza con le armi chiamata prylis (in ricordo appunto della loro “azione di disturbo” a favore del piccolo Zeus) per non fare sentire a Crono le strilla del piccolo dio. La ninfa (o la capra) Amaltea allevò il futuro re degli dei col latte, mentre la ninfa Melissa lo nutriva col miele.
Secondo una versione posteriore,Zeus nacque in Arcadia, fu condotto a Creta e nascosto in una grotta sul monte Ida. Fu nutrito dalla capra Amaltea e custodito dai Cureti, i quali fecero in modo che i suoi vagiti non si potessero sentire.
I LUOGHI DEL LABIRINTO
L’archeologo inglese Evans all’inizio del 1900 ha riportato alla luce le rovine di Cnosso convinto che fosse il leggendario palazzo di Minosse ,una struttura così complessa da essere definita appunto “labirintica”.
Ma il confine tra storia e mito è confuso.
Tutti gli storici concordano che a Creta ci fosse un labirinto ,come citato dai testi a partire da Plinio il Vecchio;le opinioni divergono ,però,sul luogo in cui era la sede della complessa struttura che secondo il mito sarebbe stata costruita dall’architetto Dedalo .
Oltre al famoso palazzo di Cnosso, un altro luogo potrebbe essere identificato con il labirinto.
Si tratta della zona di Messara,vicino a Gortina in cui sono state trovate un dedalo di caverne usate come cave di pietra: 5 km di cunicoli senza uscita ,atri,sale e corridoi dove potrebbe essere facile perdere l’orientamento.

Durante la II° guerra mondiale furono anche utilizzate dai tedeschi come deposito.





