Diario di un Pellegrinaggio per capire il passato , ma anche il presente della Terrasanta
BETLEMME:
Luogo della nascita di Gesù. Il sito più importante è la Basilica della Natività nella Piazza della Mangiatoia.


Fu voluta da Sant’Elena, madre di Costantino, che giunse in pellegrinaggio in Terra Santa nel 325 d.C. La costruzione iniziò nel 339 per opera dell’imperatore Costantino, ma la prima chiesa venne distrutta in seguito alla rivolta dei Samaritani del 529. L’edificio fu quindi sostituito con uno più ampio che comprendeva anche ciò che restava della chiesa originaria. La chiesa, fu restaurata durante il Regno Latino di Gerusalemme e utilizzata come luogo di incoronazione dei re crociati.
La basilica del IV secolo fu sostituita nel VI secolo da un’altra di dimensioni maggiori, che è quella ancora oggi in piedi. In epoca crociata (XII sec.) le pareti furono abbellite di preziosi
mosaici dai fondi incrostati d’oro e di madreperla, dei quali rimangono ampi frammenti con scene del Nuovo Testamento e la rappresentazione simbolica di concili ecumenici .
La chiesa, che esternamente assomiglia a una fortezza, ha un ingresso piuttosto basso e stretto, per proteggerla dagli invasori ed evitare che vi entrassero a cavallo.



Scavi fatti negli anni 1934-35 hanno riportato alla luce considerevoli resti dei mosaici pavimentali della basilica costantiniana.

A fianco dell’abside centrale sono presenti due scale che consentono l’accesso alla Grotta della Natività, una cripta di forma rettangolare .


Nella grotta si evidenziano due zone distinte:
-Il luogo in cui, secondo la tradizione cristiana, avrebbe avuto luogo la nascita di Gesù; il punto è simbolicamente segnato da una stella d’argento .i La proprietà esclusiva di questa parte della grotta, così come del resto della basilica (a parte uno spazio riservato alla Chiesa apostolica armena) è della Chiesa greco-ortodossa.
– Il luogo in cui era situata la mangiatoia in cui Maria avrebbe deposto il bambino Gesù subito dopo la nascita. La proprietà esclusiva di questa parte della grotta è dei Padri Francescani della Custodia di Terra Santa.
I francescani, che dimorano a Betlemme dal 1347, posseggono accanto alla basilica della Natività il proprio convento e una chiesa dedicata alla S. Martire Caterina.



LE GROTTE DI S. GIROLAMO
I luoghi che esistono sotto la basilica della Natività, nel lato nord, sono chiamati così perché S. Girolamo li scelse come luogo di sepoltura per sé e per i membri della sua comunità, ma erano già adibiti a sepolcreto sin dal I-II sec.


Lo stesso S. Girolamo, dopo la sepoltura della sua discepola Paola , dice : “Ho poi intagliato l’epitaffio del tuo sepolcro affinché dovunque sarà inteso il mio parlare, sappia il lettore che da me sei stata celebrata, che in Betlemme sei stata sepolta”.
S. Girolamo, a sua volta, vi fu deposto secondo il suo desiderio, come attesta l’Anonimo di Piacenza: “Il presbitero Girolamo nella stessa entrata della grotta (della Natività) scavò la roccia e si fece la tomba dov’è sepolto”.
In un’altra grotta risulta sepolto Eusebio di Cremona, altro discepolo di S. Girolamo. Scendendo per una scaletta (a destra di chi entra nella chiesa di S. Caterina), praticata sotto l’abside nord della basilica, si arriva ad una prima grotta.
Secondo storici antichi il passaggio scavato tra la chiesa di S. Caterina e la grotta della Natività è stato scavato nella roccia dai Frati Minori di nascosto per poter entrare ed uscire dalla cappella di S. Caterina, ed andare al luogo della Natività di Cristo. Il passaggio era stato nascosto anche ai pellegrini, affinché attraverso essi non arrivasse la notizia ai Saraceni e ai Cristiani di rito orientale.
Queste cripte ed il chiostro attualmente le uniche parti accuratamente restaurate di tutto il complesso degli edifici sacri.
Scavi sotto le fondazioni confermano che già nel I-II sec. d. C. il luogo era usato come sepolcreto per desiderio di seppellire i morti vicino ad un luogo santo, la grotta della Natività.


Dalla piazza si dipartono vie caratteristiche con negozi e locali turistici. Passeggiando si arriva alla fontana della pace ,al centro del Souk.
Ottimo hotel per il soggiorno : Hotel Manger Square , vicinissimo ai luoghi turistico-religiosi.

BEIT SAHUR ED IL CAMPO DEI PASTORI
Ad est di Betlemme, a circa 2 km. dal centro abitato, si trova il villaggio di Beit Sahur, la casa dei guardiani, di coloro che vigilano.
Beit Sahur si stende in mezzo ai ‘campi di Booz’; in uno di questi si trovavano i pastori nella notte della Natività.
In questa regione Davide pascolava i greggi di suo padre quando fu unto da Samuele e, tre generazioni prima, la sua bisnonna Ruth spigolava i campi di frumento e di orzo di Booz . Secoli dopo, qui ebbe luogo il primo annuncio della nascita di Gesù: «C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”» (Lc 2, 8-12).

Anche se il racconto evangelico non permette di identificare con certezza il luogo di quell’apparizione, i cristiani subito la localizzarono idove oggi si trova il villaggio di Bet Sahur.
Le tracce di vita nelle grotte, risalenti ai periodi erodiano e romano, i resti di frantoi antichissimi, reperiti sotto le fondamenta di due monasteri, dimostrano senza possibilità di dubbio, che il luogo era abitato all’epoca della nascita di Gesù a Betlemme da una piccola comunità agricola.

Su una rocca che domina queste rovine del Campo dei pastori, la Custodia di Terra Santa ha edificato tra il 1953 e il 1954 il santuario del “Gloria in excelsis Deo”, dove si commemora il primo annuncio della nascita di Cristo. si arriva attraverso un passaggio pavimentato, fiancheggiato da pini e cipressi. Sia la posa della prima pietra che l’inaugurazione ebbero luogo il giorno di Natale. La vista dall’esterno, con la pianta a forma di decagono ed i muri inclinati, intende ricordare una tenda di nomadi. All’interno spicca l’altare al centro; sulle pareti, in tre absidi, sono riprodotte le scene evangeliche: l’apparizione celeste, i pastori che si dirigono a Betlemme e l’adorazione del Bambino.
La luce, che penetra dalla cupola in vetrocemento, inonda l’interno richiamando alla mente la luce vivissima che apparve ai pastori.
GERUSALEMME
Gerusalemme ,città sacra delle tre principali religioni monoteistiche, ha subito nella storia una ventina di assedi e due complete distruzioni e mole ricostruzioni. Le mura attuali che circondano la città vecchia sono del XVI° secolo.



Oggi è ancora una città in guerra con se stessa , con le sue radici e con la sua storia passata e recente.

Passeggiando per la città si incontrano persone vestite con costumi tradizionali legati alla loro appartenenza religiosa e ragazze e ragazzi giovanissimi con il mitra e lo zainetto .

Le vicende seguite alla distruzione da parte dei Romani , l’avvento del Cristianesimo e di Costantino con la madre Elena e le occupazioni bizantine ed arabe possono spiegare la divisione della città vecchia in quartieri: ebreo – cristiano – arabo – armeno

LE MURA
Le mura furono costruite da Solimano il Magnifico a partire dal 1537.
I turchi ,infatti,presero la città nel 1517 e una delle loro prime preoccupazioni fu proprio quella di consolidare le mura che già esistevano, ma erano in stato di abbandono.










Fino all’epoca ottomana nelle mura di Gerusalemme si aprivano sette porte. Per collegare il quartiere cristiano con il resto della città, venne in seguito aperta un’ottava porta, chiamata New Gate, cioè la Porta Nuova.
1) La Porta Nuova: Fu aperta nei giorni della colonizzazione dell’impero ottomano per concedere a pellegrini cristiani l’accesso più rapido ai loro luoghi sacri all’interno dei bastioni.

2)La Porta del letame o porta Dung: Il nome insolito di questa porta deriva dai rifiuti ammucchiati qui nell’antichità, dove i venti ne avrebbero trasportato via gli odori. Questa porta conduce direttamente al muro occidentale ed al parco archeologico della parete sud.

3)La Porta di Zion o Porta del Profeta David : conduce direttamente al quartiere armeno ed a quello ebraico.

4)La porta della Misericordia anche chiamata Porta dorata o Porta Est è stata chiusa da secoli e secondo la tradizione sarebbe in attesa di una miracolosa apertura quando il Messia
arriverà ed i morti resusciteranno. Posta di fronte all’Orto di Getsemani, venne costruita dai Bizantini e successivamente murata dai musulmani perché è considerata il passaggio da cui
entrerà il Messia degli ebrei quando verrà a Gerusalemme.
Lato interno della Porta d’oro vista dal Monte del Tempio


5) Porta dei Leoni : questa porta ha preso il nome dalle sculture che la adornavano. In realtà si tratta di tigri, simbolo araldico del Sultano Beybars del 13° secolo. È anche chiamata porta di Santo Stefano, dal primo martire cristiano che la tradizione vuole fosse stato lapidato qui vicino. La porta del Leone conduce alla via Dolorosa ed ai mercati.

6) La Porta di Erode è chiamata anche Porta dei Fiori.

7) La Porta di Jaffa o Porta di Ebron : Questa era la destinazione dei pellegrini ebrei e cristiani che sbarcavano al porto di Jaffa, da cui il nome. Conduce direttamente al quartiere ebraico e
cristiano così come alle parti più popolari del mercato ed alla Torre del Museo di David, una volta cittadella di Gerusalemme

La torre di David fu costruita da Erode il Grande per difendere le mura settentrionali della città.


8) La Porta di Damasco: la più imponente tra le porte di Gerusalemme . C’è sempre un grande via vai per i rumorosi mercati che si trovano all’interno.




Il «Monte degli Ulivi» (808 m.) che si eleva a oriente di Gerusalemme, separa la Città Santa dal deserto di Giuda, che da qui inizia la sua discesa verso il Mar Morto.
La valle del torrente Cedron, che cinge Gerusalemme ad oriente, separa il Monte dalla città .
L’esteso cimitero ebraico, oggi copre buona parte delle sue pendici.




A partire dalla conquista davidica della città (X sec. a.C. ca.), furono molti gli israeliti che scelsero di farsi seppellire lungo le pareti del Monte.
Secondo le dichiarazioni dei profeti, ” il Monte sarà il luogo prescelto da Dio per il giorno del Giudizio e la risurrezione degli uomini retti , quando tutte le nazioni saranno fatte scendere nella Valle di Giòsafat (Valle del Cedron) e il Signore poserà i suoi piedi spaccando il Monte in due.”
La Grotta del Getsemani
E’ posta alla base del Monte degli Ulivi e affianca la Basilica della Tomba di Maria.
I pellegrini che la visitarono tra il IV e il VI sec. d.C. collegavano la Grotta al luogo del tradimento di Giuda e all’arresto di Gesù.





Oggi la Chiesa della Tomba della Vergine è custodita dagli ortodossi Greci e Armeni e costituisce, assieme a Betlemme, il Santo Sepolcro e l’Ascensione, il quarto Luogo Santo
regolato dallo Statu Quo.


A differenza della Tomba di Maria, la Grotta del Tradimento, posta a destra dell’ingresso alla Tomba, è rimasta ai Francescani.
STATU QUO
Durante i secoli XVII e XVIII Greci ortodossi e Cattolici furono in continua controversia per alcuni Santuari (Santo Sepolcro, Tomba della Madonna e Betlemme). Fu un periodo di discordie e ttraverso queste dolorose vicende si giunse alla situazione ratificata da un firmano dell’8 febbraio 1852 e indicato col termine di “Statu quo” emanatodalla Sublime porta che regola i diritti di proprietà e di accesso delle comunità cristiane all’interno dei principali santuari di Terra Santa:
Il decreto entra nei dettagli in merito agli spazi, agli orari e ai tempi delle funzioni, agli spostamenti, ai percorsi e al modo di realizzarli
Le comunità nel Santo Sepolcro, oltre ai Latini (rappresentati secondo lo Statu Quo dall’Ordine francescano), sono gli ortodossi Greci, gli Armeni, i Copti, i Siri e gli Etiopi.
L’orto degli Ulivi
Chiamato anche giardino dall’evangelista Giovanni, conserva secondo la tradizione le secolari
piante di Ulivi . Questo appezzamento, in possesso dei francescani fin dal 1681, racchiude
infatti otto piante di ulivi tra i più antichi al mondo a cui ne sono stati aggiunti altri nel secolo
scorso. Le piante,secondo recenti indagini sono tutte figlie di un’unica pianta madre, ancora più antica



La Basilica delle Nazioni
detta anche Basilica dell’Agonia, è il santuario che custodisce la nuda pietra su cui si fa
memoria dell’agonia di Gesù. La struttura moderna, sorge sul luogo delle due chiese più
antiche andate distrutte, quella bizantina e quella costruita dai crociati.



La Via Dolorosa
La Via Dolorosa, che si raggiunge dalla Porta del Leone, è una strada di Gerusalemme che secondo la tradizione corrisponde al percorso lungo il quale Gesù, portando la croce, fu condotto al luogo della sua crocifissione. Essa parte dalla Chiesa della Flagellazione, vicino al lato settentrionale della Spianata delle moschee (l’antico Tempio di Gerusalemme) e al luogo in cui sorgeva anticamente la Torre Antonia, dove Gesù fu giudicato e condannato a morte da Ponzio Pilato; e con un percorso, per la gran parte in salita, di poco meno di un chilometro raggiunge la Chiesa del Santo Sepolcro, che ingloba il Calvario e il sepolcro di Gesù.





La Via Crucis fu inventata in Europa e trapiantata a Gerusalemme, ricercando i luoghi dove ambientarla. La tradizione cristiana, conservò il ricordo del pretorio e degli altri luoghi e, nel Medioevo, iniziò la devozione pubblica per alcuni episodi della Passione, solo più tardi sistematizzati in 14 stazioni a formare la Via Crucis, devozione conservata fino ai nostri giorni ,anche se , poiché Gerusalemme è la città sacra di tre Religioni , i luoghi legati al culto convivono con la vita della città e la Via Crucis passa per le strette ed affollate vie del mercato.
I. Gesù è condannato a morte.
II. Gesù è caricato della croce.
III. Gesù cade la prima volta.
IV. Gesù incontra Maria sua madre.
V. Simone il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce.
VI. La Veronica asciuga il volto di Gesù.
VII. Gesù cade la seconda volta.
VIII. Gesù incontra le donne di Gerusalemme.
IX. Gesù cade la terza volta.
Punto di partenza è dunque il convento della Flagellazione sulla Via Dolorosa.







Davanti alla cappella della Condanna si inizia il percorso. Nel pavimento della chiesa della Condanna sono conservate alcune pietre del “Litòstroto”. Vicino alla cappella della Condanna c’è la chiesa della Flagellazione.
La tradizione cristiana colloca qui due momenti della Passione di Gesù: la flagellazione e la condanna a morte. I due santuari dedicati a questi episodi sono annessi al convento francescano, che è anche sede dello Studium Biblicum Franciscanum, la Facoltà di Scienze bibliche e Archeologia della Custodia di Terra Santa.
Qui, si situa anche la seconda stazione della via Crucis, L’imposizione della croce, indicata sulla parete esterna del Santuario della Condanna, all’inizio della via Dolorosa.
Dalla Flagellazione si va presso il convento delle Suore di Sion. Qui un tempo c’era la strada con un arco a tre fornici, detto l’arco dell’Ecce homo in parte ancora visibile sulla strada.



Procedendo ancora si trova un elegante portone con una scritta greca che indica il pretorio. La proprietà è dei greci ortodossi che mostrano un sotterraneo con grotte, luogo della prigionia di Gesù. A lato del portico c’è una scultura che rappresenta la III stazione (La prima caduta). La scultura è incastonata sulla parete di un antico bagno turco. Poco più avanti c’è una cappella recente che è la memoria della IV stazione (Gesù incontra sua madre). Secondo la tradizione già ricordata, Maria, sbucando da una via, avrebbe visto Gesù che portava la croce. Secondo la tradizione orientale Maria “sincopizzò”, ebbe cioè una sincope.

La V stazione (Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce) è una piccola cappella che ricorda il fatto. Salendo i gradini della Via Dolorosa si giunge alla VI stazione (La Veronica asciuga il volto di Gesù).


All’incrocio con il Suq Khan ez Zeit c’è la cappella della VII stazione (Gesù cade la seconda volta). Procedendo per le scale si giunge alla VIII stazione (L’incontro di Gesù con le donne). Si vede la sezione di una colonna nella casa di proprietà dei greci ortodossi.
Infine salendo verso il patriarcato copto si giunge alla colonna della IX stazione (Gesù cade la terza volta).



Poi si arriva al Santo Sepolcro

X. Gesù è spogliato delle sue vesti.
XI. Gesù è inchiodato alla croce.
XII. Gesù muore sulla croce.
XIII. Gesù è deposto dalla croce.
XIV. Gesù è rinchiuso nel sepolcro.
Pellegrini in visita al Santo Sepolcro controllato dai Saraceni

BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO Attraverso le strette vie del Suk della Città Vecchia, si giunge quasi inaspettatamente davanti all’ingresso della basilica del Santo Sepolcro.



La prima impressione per il visitatore che giunge al S.Sepolcro, è un senso di stupore e di delusione. A chi si aspetta la chiara visione dei luoghi della Passione, si presenta una costruzione incastrata all’esterno fra altri edifici vicini e all’interno carica di altari, cappelle, colonne dove non è facile rintracciare la «collina» del Golgota e il “sepolcro vuoto” di Giuseppe d’Arimatea, nel «giardino vicino».
PIAZZALE :Opera di architettura crociata. Una delle due porte è stata murata al tempo di Saladino

ATRIO DELLA BASILICA: Vi è collocata la Pietra dell’Unzione dove fu preparato il corpo di Gesù alla sepoltura, come illustrato nel mosaico di fronte.

CAPPELLA DEL CALVARIO : salendo per una ripida scala, si giunge all’altare del Calvario, che sorge sopra la roccia in cui fu innalzata la croce di Gesù. La roccia è visibile attraverso le
lastre di vetro ai lati dell’altare.Si può toccare la roccia attraverso un’apertura nel disco d’argento sotto l’altare, il punto in cui secondo la tradizione sorgeva la croce.La cappella
appartiene ai greci-ortodossi ed è decorata secondo la loro tradizione



CAPPELLA DI ADAMO : Sotto il Calvario, è tra le più antiche della basilica . Si vede la spaccatura della roccia causata secondo la tradizione dal terremoto avvenuto al momento della morte di Cristo . La fenditura avrebbe permesso al sangue di Cristo di raggiungere e redimere Adamo che si riteneva sepolto qui .

CAPPELLA DEL RITROVAMENTO DELLA CROCE

CAPPELLA DELLA DERISIONE DI CRISTO

CATHOLIKON


LA TOMBA DI CRISTO
Passando tra due massicce colonne si entra nell’Anastasis o Rotonda , il mausoleo voluto da Costantino come cornice alla tomba di Cristo.


EDICOLA
L’Edicola del Sepolcro è condivisa dalle Comunità religiose. A causa dei terremoti del secolo scorso è stata puntellata . Nella parte posteriore dell’edicola c’è la cappelletta dei copti che risale ai tempi dei Crociati.
Entrando nell’Edicola si sosta nel vestibolo, chiamato Cappella dell’Angelo, a memoria del giovane vestito d’una veste bianca ,che le donne videro seduto nella tomba la mattina dopo il sabato e dal quale ascoltarono l’annuncio della Resurrezione.
Al centro vi è un piedistallo con un frammento della roccia che chiudeva l’ingresso del Sepolcro, pietra conservata nella sua interezza dentro alla basilica fino alla distruzione del 1009.
Una bassa porta in marmo bianco decorato con un bassorilievo della risurrezione, consunta dal tocco dei pellegrini, conduce al piccolo e semplice vano che ha sulla destra la lastra di marmo
che copre il banco di roccia originario su cui venne deposto il corpo di Gesù.
Dal soffitto aperto sulla cupoletta sono sospese 43 lampade votive appartenenti alle diverse Comunità che custodiscono il Sepolcro.


ALTARE DI MARIA MADDALENA: Ricorda l’apparizione di Gesù alla Maddalena all’esterno del Sepolcro. Qui officiano i francescani.




TOMBA DI GIUSEPPE D’ARIMATEA . Nel fondo dell’abside, un passaggio conduce a una tomba contemporanea a quella di Cristo. Si osserva una stanza scura e mal tenuta. Si tratta
della cappella detta “dei Siriani”. La contesa tra Siriani ed Armeni per la proprietà del vano ha portato al suo degrado. Un piccolo varco nel muro porta alla Tomba di Giuseppe d’Arimatea.
La tomba conferma che l’area ai tempi di Cristo era usata per sepolture




IL CENACOLO
La parola latina Coenaculum, indica di per sé il luogo dove si cena, ma più
generalmente designava il piano superiore della casa. Dopo distruzioni ed abbandono fu
permessa ai cristiani la visita del luogo santo, restando però la proibizione di celebrarvi la
Messa. In seguito, nella parete sud della sala, fu costruito un mihrab (la nicchia che indica la
direzione della Mecca). Gli Israeliani ,che hanno preso possesso del luogo, permettono le visite
dei devoti al Cenacolo, applicandovi tuttavia lo «statu quo» che impedisce qualsiasi
funzione .
Si trova a poca distanza dalla porta di Sion , davanti all’ingresso c’è la statua di Re David ,perchè secondo una leggenda lì si trova anche la tomba di Re David .













Dalla terrazza dell’edificio in cui si trova il Cenacolo , si vede la chiesa della Dormizione che sorge nel luogo in cui la Vergine, secondo la tradizione cattolica, cadde nel sonno, prima di essere assunta in cielo.




Dalla terrazza panoramica posta sopra il Cenacolo è possibile vedere uno splendido panorama che va dalla spianata delle moschee al Monte degli Ulivi ,fino al muro di sicurezza o di separazione o security fence (recinto di separazione) costruito nel 2002 ,e che Franco Scaglia nel libro “Il viaggio di Gesù” definisce “la più grande corona di spine”. Il muro taglia in due quartieri ,coltivazioni e gruppi familiari e rende difficile il passaggio tra Betlemme e Gerusalemme .




Il Cardo
Già strada romana del tempo di Aelia Capitolina (135-330 d.C.) , divideva la città partendo da nord (Porta di Damasco) fino a sud, nei pressi dell’attuale porta di Sion. In questa zona, poi, gradualmente si reinsediarono gli ebrei fino a formare l’attuale Quartiere Ebraico.
L’esistenza di tale Cardo ancora nell’epoca bizantina è testimoniata chiaramente nel cosiddetto mosaico di Madaba (che si può vedere in una chiesa di Madaba in Giordania, prezioso documento per la topografia della Palestina) che raffigura la città di Gerusalemme del sec. VI con tutti i suoi principali monumenti .






Sinagoga Hurva e Hurva Square : da sempre cuore del quartiere ebraico, è caratterizzata da un vivace confluire di stradine, negozi e zone ombreggiate. Nella piazza sorge la Sinagoga Hurva (letteralmente rudere) ricostruita recentemente dopo i bombardamenti giordani del 1948.


Al Parco Archeologico di Gerusalemme, accanto al Muro del Pianto (o Muro Occidentale) del Monte del Tempio si accede dal Centro Archeologico Davidson.
In uno scavo sotto la pavimentazione della strada, vicino all’Arco di Robinson, a diretto contatto con il letto di roccia , sono state trovate sezioni delle fondamenta del Muro Occidentale, che sono anche la fondamenta di una parte dell’Arco di Robinson, un’imponente arcata che sorreggeva una scala che conduceva dalla strada principale di Gerusalemme fino all’entrata del complesso del Monte del Tempio.







Nel corso dei lavori è apparso chiaro che vi sono, intagliati nella roccia, i resti di diverse strutture come cisterne, bagni rituali e cantine, che appartenevano alle abitazioni di un quartiere residenziale che esisteva prima che re Erode decidesse di ingrandire il complesso del Monte del Tempio.
In questa zona si notano resti della città asmonea. Quando Erode ha ingrandito il tempio ha raso al suolo la parte delle città accanto alle mura della Gerusalemme asmonea.

Si vedono i bagni rituali (Mikwè), caratteristici delle case di Gerusalemme. Uno ha una doppia entrata: da una parte si entrava impuri e dall’altra si usciva puri.




Kotel ha-Ma‘aravi è il nome ebraico di quello che comunemente viene conosciuto come Muro del Pianto, o più precisamente Muro Occidentale. La tradizione ebraica lo considera
l’ultimo residuo del Primo Tempio, mentre ,probabilmente, risale all’epoca di Erode il Grande.



È E’ il luogo più sacro della storia ebraica, perché è il più vicino al punto in cui sorgeva il Tempio dove era custodita L’Arca del Patto; nell’epoca del Secondo Tempio il luogo rimase vuoto, poiché l’Arca era andata perduta. Ma non era andata perduta la sua sacralità, dato che da questo posto la tradizione vuole che sia tra l’altro iniziata la creazione del mondo: vi si troverebbe la even shetichiyah, la pietra di fondamento che diede inizio all’opera divina.
Il Kotel è il principale luogo di culto per i fedeli di religione ebraica e vi si tengono i festeggiamenti per i ragazzi che ricevono il mitzwah, che sono cioè introdotti nella comunità religiosa ebraica.




La zona di preghiera nei pressi del Muro vero e proprio è divisa tra uomini (a sinistra) e donne. È possibile recarsi accanto al Kotel e inserire tra le fessure delle pietre un biglietto con una preghiera, anche se non si è ebrei. Agli uomini è richiesto di coprirsi il capo con un cappello qualunque.




Guardando il muro del pianto si nota che i primi cinque filari di pietre sono erodiani: sono massi enormi, con una cornice piatta e una bozza piatta; la parte superiore è invece araba (VII secolo), caratterizzata da sassi più quadrati e non lavorati; infine la parte più alta è recente.






A Gerusalemme si combattè per secoli per una roccia ,ancora causa di discordie.
La roccia è la parte più alta, identificata dalla tradizione con la sommità del Monte Moria e si trova all’interno della Moschea della Roccia.
Sotto quella roccia pregarono Maometto,Abramo e Davide, su quella roccia Hiram di Tiro costruì per Salomone il Secondo Tempio ,iI luogo è sacro, infine, per i cristiani, che ricordano le numerose visite di Gesù al Tempio.
Lì vissero i Templari forse alla ricerca di arcani segreti comunicati da Dio a Mosè o che Mosè come figlio del faraone aveva appreso in Egitto.
Durante i grandiosi lavori di ampliamento voluti da Erode il Grande, iniziati verso il 20 a.C. e proseguiti per diversi decenni, venne realizzata una vastissima spianata, oggi nota come spianata del Tempio o delle Moschee.
La Spianata delle Moschee, conosciuta anche come Nobile Santuario in arabo o il Monte
del Tempio in ebraico, è il sito religioso più importante di Gerusalemme. Secondo le credenze
ebraiche si tratta del punto dove fu costruito il Tempio di Gerusalemme, la cui unica vestigia
rimane il Muro Occidentale o Muro del Pianto. Per i musulmani, invece, è considerato il punto
dell’ascensione ai sette cieli del profeta Maometto.






Sulla Spianata sacra si trovano oggi la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa.
Per centinaia di anni fu il sito del Tempio ebraico, costruito a partire dal 959 a.C. per volere di
Salomone. Venne profanato e distrutto dai romani nel 70 d.C.
Il califfo Omar, conquistata Gerusalemme nel 683, salì a pregare sulla collina dove era la
roccia del sacrificio di Isacco. Negli anni seguenti cominciarono a essere costruiti luoghi di
culto islamici, su tutti, il più visibile e conosciuto, Qubbet es-Sakhra, la Cupola della Roccia
(687-691)

.







La Cupola della Roccia, detta anche Moschea di ’Omar (ma non fu il califfo ’Omar a
costruirla), è un edificio a pianta ottagonale costruito dal 688 al 691 d.C. sul luogo in cui
Abramo fu sul punto di sacrificare suo figlio Isacco e da cui il Profeta Mohammad partì per il
suo viaggio celeste. L’edificio venne realizzato attorno alla roccia del sacrificio e
dell’ascensione . Nella moschea si venerano l’impronta del piede del Profeta e la reliquia della
sua barba, custodita in una teca.
La cupola della moschea, simbolo della città di Gerusalemme, è stata ricoperta da una lamina d’oro , dono del defunto re Hussein di Giordania che in questo modo la riportò allo splendore originale.
Testimonianze storico-archeologiche, splendidi monumenti ed eco religiose di diverso tipo
sono andati ad affollarsi in un fazzoletto di terra, una spianata ricavata artificialmente sul monte Moria (Har Ha-Moriah).
Nei pressi, la cupola della Catena (Qubbet es-Silsileh), chiamata anche casa del Tesoro, un
piccolo edificio a pianta esagonale su undici colonne che custodiva il tesoro dell’Haram.
Sorge invece nel luogo sul quale Maometto avrebbe sostato in preghiera prima di ascendere
al cielo la Qubbet el-Miraj (Cupola dell’Ascensione).



Ancora più sacra ai musulmani della Cupola della Roccia è la Moschea al-Aqsa, cioè “la lontana”.
Masgid al-Aqsa, (letteralmente: la moschea più lontana) è la moschea più grande del Paese.
Fu costruita nell’ VIII secolo. Era la sede dei Cavalieri Templari all’epoca delle Crociate. Quando i crociati occuparono Gerusalemme, trasformarono la moschea in chiesa cristiana chiamandola Templum Domini e da qui ebbe origine l’ordine cavalleresco dei Templari e la leggenda che nei sotterranei avessero trovato il tesoro che gli Ebrei avevano nascosto 1000 anni prima per salvarlo dai Romani oppure l’Arca del’Alleanza o le tavole delle Leggi oppure documenti o reperti che avrebbero minato le basi della Chiesa .
Pergamena con la mappa del Templare

In seguito, con la riconquista musulmana, l’edificio subì ulteriori modifiche ad opera prima di Saladino e poi dagli Ottomani. Danni dovuti a terremoti nel secolo scorso hanno comportato la necessità di una pressoché integrale riedificazione della moschea, nel corso della quale sono venute alla luce antiche sezioni dell’originale costruzione, sia ebraica che cristiana e islamica. A quest’epoca risalgono le colonne di marmo di Carrara dell’interno, donate da Mussolini.
Qui nel 1951 venne ucciso re Abdullah di Giordania durante la preghiera del venerdì.
DESERTO DI GIUDA
Il Deserto di Giudea è cinto dai Monti di Giudea ad ovest e dal Mar Morto ad est.
Racchiude splendide riserve naturali, siti storici e monasteri, ed offre scenari dal fascino primordiale che lo rendono un luogo emozionante e singolare.





Il Deserto di Giudea si distingue per il suo spettacolare paesaggio . Monti, rocce e colline calcaree fronteggiano pianure, letti di fiumi e canyons profondi , scavati dai numerosi fiumi che attraversano il deserto in tutta la sua lunghezza e larghezza .





Dopo una curva ecco la spettacolare visione del Monastero di San Giorgio di Koziba, appollaiato sul lato sinistro della parete del canyon. E’ stato costruito nel quinto secolo ampliando un piccolo oratorio messo su dagli eremiti che vivevano nel Wadi Quelt.
Nonostante la sua posizione isolata anch’esso ha vissuto in pieno la storia della regione, subendo invasioni, massacri, abbandoni. Si possono intravedere le grotte scavate dagli eremiti, più di quindici secoli fa. Ci sono delle croci qua e là sulle pareti, ad un’ altezza impressionante.




Dal monastero parte un sentiero che arriva nella valle di Gerico. (1,5 ore di cammino)

L’emergere in lontananza di una immensa pianura verde e lussureggiante, è decisamente in contrasto con la durezza del paesaggio roccioso .
Durante il periodo bizantino, 1.500 anni fa, uno speciale congregazione di monaci denominata “laura” o “lavra”, viveva nel luogo, conducendo un’esistenza di totale isolamento, riunendosi solo a giorni alterni per la preghiera.
I magnifici monasteri che appartenevano ai monaci vennero costruiti tra rocce e dirupi. Molti di questi monasteri sorsero nel Deserto di Giudea ed alcuni sono ancora attivi .
Il Monastero di San Giorgio di Wadi Qelt è uno dei più antichi monasteri della Terra Santa, costruito tra il V e il VI secolo d.C. nella zona in cui si trovava la grotta dove si nascose il profeta Elia per sfuggire alla regina Jezabel e dove San Gioacchino ricevette dall’angelo la notizia che sua moglie Sant’Anna avrebbe dato alla luce Maria.
San Giorgio è sede di una piccolissima comunità monastica composta da una decina di monaci, alcuni dei quali vivono secondo una strettissima regola nelle grotte attorno alMonastero, che è posto in una splendida posizione.












Il monastero si trova a 9 chilometri circa da Gerico e a una ventina da Gerusalemme, Il nome del monastero si deve a san Giorgio, nativo di Cipro. Dopo una vita di peripezie (e dopo essere scampato alle scorrerie persiane) Giorgio morì a Koziba circondato dalla fama di santità.
L’attuale Monastero della Tentazione risale al XIX secolo, e fu costruito in luogo del monastero , di epoca crociata, del XII secolo, nel luogo in cui Gesù digiunò e meditò per 40 giorni, resistendo alle tentazioni di Satana. Sorge sul Monte Quruntul circa 350 metri sopra Gerico.



A GERICO
Nelle foto il sicomoro che a Gerico ricorda l’incontro tra Gesù e Zaccheo, la Scuola Cattolica ed una moschea .



Copia del mosaico dell’Albero della vita (l’originale del 743 d.C. è all’Hisham Palace di Gerico) eseguito alla scuola del Mosaico di Gerico .



VALLE DEL GIORDANO – CAFARNAO – LAGO DI TIBERIADE – NAZARETH
Attraversando il deserto di Galilea verso la valle del Giordano si notano gli accampamenti dei beduini.

Il sito della Valle del Giordano dove, secondo la tradizione cristiana, fu battezzato Gesù è stato riaperto il 16 luglio 2011.

Il Giordano ,forse il fiume più denso di storia del mondo , ha oggi un aspetto modesto , ma il suo valore reale e simbolico è importante per Israele, Giordania e Palestina .
Le guerre del secolo scorso sono servite anche ad impadronirsi delle riserve idriche della zona e ie controversie per il controllo dell’acqua tra Israeliani e Palestinesi sono un grande ostacolo alla pace.
( Le falde acquifere della Cisgiordania rappresentano il 38% delle risorse di Israele)
Dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1967 Qasr al-Yahud (“Castello dei Giudei”) era essenzialmente stato chiuso per 44 anni. Creando nella Valle del Giordano una zona militare, le Forze di Difesa Israeliane hanno minato l’area e innalzato un recinto elettrificato ad ovest del sito.





Prima del 1967 nella zona funzionavano molti monasteri, ma i monaci hanno dovuto abbandonarli.
il sito si trova a un’ora circa di viaggio da Gerusalemme. È molto probabilmente il sito nel quale Gesù fu battezzato da Giovanni Battista subito prima di cominciare il suo ministero pubblico. Il sito era già conosciuto come luogo sacro nel quarto secolo DC.
Lungo la valle del Giordano si vede “fiorire il deserto”



GALILEA
Scrive Luigi Barzini nel Corriere della Sera del 2-3 novembre 1902
29 settembre. Il mare di Galilea, chiuso fra i monti steriliti, grigi e desolati, dorme nella quiete ardente. Non v’è più nulla della ubertosa riva disseminata di paesi, lungo la quale Cristo errava negli anni più belli della sua vita, confortando gli umili, spezzando il suo pane con i poveri, imponendo le mani pietose sul capo dei disprezzati, amando e perdonando, clemente e sorridente come nessuno dei terribili profeti biblici era mai stato. Non v’è più nulla fuori del ricordo. Ma è un ricordo così grande che tutta la gran valle ne è piena. Le primitive e semplici narrazioni del Vangelo ci tornano alla memoria, e popolano questi luoghi di visioni.
La Galilea è una regione storica della Palestina, oggi divisa amministrativamente tra Israele e
la Cisgiordania. La Galilea è delimitata ad est dal fiume Giordano, che in questo tratto forma il Lago di Genezaret o di Tiberiade.


Il Lago di Tiberiade in ebraico si chiama Kinneret ed è anche conosciuto comr il Mare di Galilea.
Con un perimetro di 55 km e con una depressione di 208 metri sotto il livello del mare, è alimentato dal fiume Giordano e da sorgenti sotterranee .Il Mare di Galilea è conosciuto soprattutto per essere stato, secondo i Vangeli, lo scenario principale della predicazione di Cristo.

CAFARNAO: Sulla riva settentrionale del lago Tiberiade, in epoca ellenistica la città costituiva un importante luogo di passaggio verso la Siria. Si conquistò la fama grazie alla presenza di Gesù ( che abitò nella casa di Simon Pietro dopo aver lasciato Nazareth).
Durante alcuni scavi sono state portati alla luce e i resti di una basilica bizantina, che dovette essere costruita sulla casa di Simon Pietro, e le fondamenta di abitazioni di età imperiale. Gli scavi furono concentrati anzitutto sui due edifici pubblici del villaggio di Cafarnao, vale a dire la chiesa
ottagonale e la sinagoga.











La sinagoga è una delle più grandi testimonianze di culto ebraico di epoca bizantina in Galilea, articolata su due edifici, aveva una sezione dedicata a una scuola per scribi. Sotto i
livelli bizantini sono state riportate alla luce abitazioni private che dovettero appartenere al ceto popolare. Le case, per più famiglie dello stesso clan, sono organizzate con diverse
stanze di abitazione, anche intercomunicanti disposte attorno ad un cortile centrale scoperto .
La casa di Pietro e Andrea, fu per i contemporanei la residenza pubblica di Gesù.
Sul sito della basilica bizantina, la tradizione cristiana ambienta la Casa di Simon Pietro , dove fu ospitato Gesù: alcuni scavi hanno riportato alla luce un complesso abitativo del I secolo
d.C. proprio sotto la pavimentazione della chiesa. Sulle pareti della casa più grande ( presumibilmente quella di Pietro) sono stati trovati graffiti e incisioni che testimoniano come già dopo la morte del Cristo questo dovette essere un luogo di culto e devozione.
All’interno della cerchia muraria sono stati disposti alcuni ritrovamenti originari della sinagoga, tra cui una pietra con un bassorilievo che raffigura un tempio su due ruote ,presumibilmente
l’arca che conteneva i rotoli della legge.
Moltissimi reperti ritornati alla luce, rimandano alla vita quotidiana del villaggio, i cui abitanti erano dediti all’agricoltura o alla pesca .

Rappresentazione dell’Arca su ruote
CHIESA DEL PRIMATO DI PIETRO SUL LAGO TIBERIADE
Bellissimo luogo anche dal punto di vista naturalistico



NAZARETH




La Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, costruita sull’antica grotta in cui Maria ricevette l’Annunciazione della nascita di Cristo.
La Basilica si sviluppa su due livelli: la parte inferiore, oltre alle vestigia di chiese bizantine e crociata, racchiude la grotta che, secondo la tradizione, fu la casa di Maria e il luogo dell’Annunciazione.
Con la sua presenza domina l’intera città, è custodita dai frati Francescani ed è la più grande basilica del Medio Oriente.
Nel cortile un labirinto con la statua della Vergine e a circa 200 metri si trova la chiesa di San Giuseppe chiesa cattolica di Nazaret. L’attuale edificio è stato costruito nel 1914 sulle rovine di una chiesa di epoca crociata. E’ stata costruita su quella che si ritiene essere la casa e la bottega di falegname di Giuseppe, dove Gesù avrebbe trascorso l’infanzia e avrebbe pure imparato il mestiere. Anche qui, al secondo livello, si possono ammirare cripte e grotte.


Un mistero : il labirinto a Nazareth con la Fontana della Vita e l’Immacolata : labirinto di forma ottagonale , con al centro la statua della Vergine Maria.
A proposito del labirinto : simbolo esoterico iniziatico, presenta una sola via da percorrere che conduce al centro, tra le braccia della Vergine Maria, questo è un tipico esempio di labirinto presente in molte chiese della Francia.
Ai quattro lati del labirinto sono inseriti dei simboli geometrici metafisici che rappresentano:
Icosaedro = Acqua
Ottaedro = Aria
Esaedro = Terra
Tetraedro = Fuoco
Platone associò ciascuno di questi solidi ad uno degli elementi fondamentali: il tetraedro al fuoco, il cubo alla terra, l’ottaedro all’aria, l’icosaedro all’acqua, il dodecaedro all’universo nel suo complesso.
Piero della Francesca nel trattato “De quinque corporibus regularibus” sostiene che il mondo è pieno di corpi complessi o senza una particolare forma, ma ognuno di essi può essere ricondotto ai cinque poliedri regolari che rappresentano l’eterna perfezione.
Ha forse un riferimento anche al mito del santo Graal, il sacro contenitore simbolo di perfezione interiore e di Sapienza. La ricerca del Graal era l’ideale del cavaliere Templare. La Vergine Maria, il calice destinato ad accogliere il Cristo sulla terra, viene accostata al santo Graal, il calice con cui Giuseppe di Arimatea raccolse il sangue e l’acqua che sgorgavano dal costato di Gesù crocefisso.
A quell’epoca, le strade erano affollate di uomini in cammino: mercanti, pellegrini, predicatori e cavalieri erranti. Nel viaggio verso la Terrasanta, i pellegrini provenienti dal nord, alzando gli occhi al cielo vedevano la Costellazione della Vergine: era questa la direzione di Gerusalemme. Lungo il percorso, in molte cattedrali legate ai Templari, come a Notre Dame di Chartres, era tracciato un labirinto che i fedeli percorrevano in ginocchio fino al centro per simboleggiare il faticoso viaggio che portava alla rinascita spirituale.
In realtà questo labirinto di Nazareth è opera del 2009 degli artisti spagnoli Jaime Buchigaz e Berta Grasses che intendevano Maria come meta del peregrinare perchè porta a Gesu’, fonte di acqua viva.