Abbiamo fatto una rapida visita a Catania ai primi di giugno 2018 in occasione del battesimo della nipotina.
Abbiamo soggiornato al FOUR POINT di Catania . Buon hotel vista mare. Non abbiamo usufruito della colazione in hotel , ma attraversando la strada potevamo accedere ai beach bar che si affacciavano sul mare di fronte all’ hotel con ottima pasticceria. In particolare il bar ristorante ” La Posada”.

Affacciata sul mar Ionio e ai piedi dell’Etna, Catania è stata greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola.
Oggi è una città tra le più belle della Sicilia, con un litorale che alterna spiagge e scogli e il cui barocco é stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità.
Visto il poco tempo a nostra disposizione abbiamo fatto solo una passeggiate lungo Via Etnea.
Via Etnea e le strade adiacenti sono un susseguirsi di edifici settecenteschi, chiese e conventi in stile barocco.
La via Etnea è la strada principale del centro storico di Catania e una delle più lunghe d’Italia. Si snoda nella direttrice sud-nord, ha un andamento rettilineo ed è lunga circa 3 chilometri. Va da Piazza del Duomo al Tondo Gioeni.
Noi abbiamo parcheggiato nella zona dietro l’orto botanico a poca distanza dai giardini di Villa Bellini ed abbiamo percorso perciò circa 1,5 km di questa via.
La via Etnea sorse soltanto alla fine del XVII secolo a seguito del disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693 che rase pressoché al suolo la città di Catania e che uccise circa i due terzi dei suoi abitanti. Il duca di Camastra, inviato dal viceré Duca di Uzeda , per la ricostruzione della città, decise di tracciare le nuove strade secondo delle direttrici ortogonali e partì proprio dal duomo che era uno dei pochi edifici non completamente distrutti. Nacque così quella che oggi è la via Etnea. La strada era allora lunga circa settecento metri e terminava nell’attuale piazza Stesicoro, allora chiamata porta di Aci. Qui esisteva una delle porte della città di Catania. Fu arricchita da molti palazzi pubblici e nobiliari edificati nello stile del barocco siciliano dagli architetti Giovanni Battista Vaccarini e Francesco Battaglia.
Lungo la via Etnea vennero edificate ben sette chiese che partendo dalla cattedrale sita in piazza Duomo proseguivano con la Basilica della Collegiata, la Chiesa dei Minoriti (Catania), la Chiesa di San Biagio, la Chiesa del Santissimo Sacramento al Borgo e la Chiesa di Sant’Agata al Borgo. Lungo il suo percorso vennero costruiti molti palazzi della nobiltà catanese ed edifici pubblici. Nel corso del XX secolo la strada proseguì fino al Tondo Gioeni, dove negli anni cinquanta venne costruita l’allora circonvallazione di Catania.
Oggi passeggiare per via Etnea è una esperienza coinvolgente, con le sue vetrine affascinanti i locali e le sue piazze spettacolari.
Il primo monumento che incontriamo è la Statua dedicata a Giuseppe Garibaldi degli inizi del 900.

È in Via Etnea che si trova l’ingresso principale dei giardini di Villa Bellini, intitolata al musicista catanese Vincenzo Bellini.

Di fronte si trova la pasticceria Savia che dal 1867 interpreta la tradizione dolciaria catanese con le sue granite, gli arancini, i cannoli alla ricotta e le cassate siciliane.

VILLA BELLINI
Inaugurata nel 1883, ma esistente già dal Settecento, quando apparteneva al Principe di Biscari, Villa Bellini ha un ingresso ornato da maestosi ficus e da una scalinata pavimentata , che termina con una grande fontana.
All’interno della villa, aiuole, prati con numerose specie di fiori, ponticelli, vasche, fontane, statue, e molti luoghi e viali ombreggiati, dotati di panchine ideali per il relax.
PALAZZO DELLE POSTE

Dopo villa Bellini il primo palazzo che vediamo è l’edificio liberty delle Poste, movimentato da pietre di colori diversi, tra cui la pietra lavica e la pietra bianca di Ispica. Il palazzo venne progettato nel 1919 dall’architetto Francesco Fichera e inaugurato da Vittorio Emanuele III nel 1930.
PIAZZA STESICORO
Arriviamo poi a Piazza Stesicoro , con la Chiesa di San Biagio ed il Monumento a Vincenzo Bellini

LA CHIESA DI S. BIAGIO

La chiesa di San Biagio, viene chiamata anche chiesa di Sant’Agata alla Fornace, è una bellissima chiesa a Catania che si erige nella area occidentale di Piazza Stesicoro, cuore del centro storico catanese. Questa chiesa a Catania fu costruita durante il XVIII secolo, dopo il terremoto del 1693 e sorge nel luogo in cui subì il martirio Sant’Agata dopo esser stata rinchiusa in carcere e torturata.
La chiesa presenta una facciata in stile neoclassico, che fu progettata dall’architetto Antonino Battaglia. Al suo interno è presente una sola navata e sull’altare, arricchito da volute, colonne e statue che raffigurano San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena si trova una tela settecentesca dell’Addolorata. Vi si trova lanche a cappella dedicata alla Santa e sull’altare si conservano i resti della fornace in cui subì il martirio Agata
LA CHIESA DEI MINORITI
La chiesa e il convento annesso risalgono alla seconda metà del XVIII secolo e furono voluti dall’ordine dei Chierici regolari minori, comunemente detti caracciolini, giunti a Catania già nel 1625. Il progetto fu affidato all’architetto Francesco Battaglia.

È una delle chiese che si affacciano direttamente su via Etnea, la strada principale di Catania. La facciata a due ordini presenta le classiche colonne del barocco siciliano e due balaustre sormontate dalle statue di Bartolomeo Simorilli (primo prevosto della chiesa) e San Francesco Caracciolo (fondatore dell’ordine) quest’ultima venne parzialmente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L’interno è a croce greca con un profondo coro i cui bracci “sostengono” un’imponente cupola. Degne di nota sono le due acquasantiere completamente in marmo presenti ai due lati della scalinata di ingresso.
Arriviamo poi ai Quattro Canti un’intersezione di strade su cui si affacciano 4 palazzi nobiliari in stile barocco , tra cui Palazzo San Demetrio
Fu proprio da un balcone di uno di questi palazzi che nell’estate del 1862, Giuseppe Garibaldi, dopo aver occupato la Sicilia durante la campagna per l’Unità d’Italia, pronunciò la famosa frase “O Roma o morte!”.
IL PALAZZO S. DEMETRIO

Il Palazzo Massa di San Demetrio è sito tra la via Etnea e la via San Giuliano, all’angolo nord-ovest dei cosiddetti Quattro Canti, quattro palazzi costruiti secondo lo stesso stile architettonico, caratterizzati da angoli smussati che creano una sorta di piazzale a forma ottagonale. Il palazzo, progettato dall’architetto Alonzo di Benedetto per volere del Barone di San Demetrio, fu tra i primi palazzi della città ad essere ricostruito in seguito al terribile terremoto del 1693 .

Troviamo poi Palazzotto Biscari alla Collegiata a fianco della Basilica della Colleggiata

Gioiello architettonico del barocco catanese, realizzato da Vaccarini nel 1699, il Palazzotto Biscari alla Collegiata, restaurato nel 2008, ospita oggi alcuni uffici dell’amministrazione centrale dell’Università di Catania
LA BASILICA DELLA COLLEGIATA
La Basilica della Collegiata è una delle chiese più antiche della città, posta nel cuore di Catania a pochi passi da piazza Università. Può essere considerato uno scrigno di arte, storia e bellezza e raccoglie tutta l’essenza del barocco catanese. L’origine della costruzione sacra risale ai primi secoli del cristianesimo, quando fu costruito un capitello votivo che prese il nome dalla sacra icona di Maria Santissima dell’Elemosina che custodiva al suo interno.

LA PIAZZA DELL’UNIVERSITA’

All’estremità sud di Via Etnea, è presente la Piazza dell’Università. Questa piazza è circondata da due magnifici palazzi posti uno di fronte all’altro: il Palazzo dell’Università che ospita l’antica università ed il Palazzo San Giuliano. Entrambi i palazzi presentano delle splendide facciate e bei cortili interni.

Da vedere anche i quattro lampioni, che rappresentano ciascuno un avvenimento leggendario di Catania.

Gammazita era una giovane bella ragazza promessa sposa. Di lei s’innamorò un soldato francese, che perse la testa per lei. La giovane catanese usciva sempre accompagnata per paura di trovarsi faccia a faccia con il suo persecutore. Un giorno, per necessità, decise di andare al pozzo nei pressi del Castello Ursino di Catania e fu inseguita dal soldato. Pur di non cedere alle pretese, Gammazita decise di gettarsi nel pozzo.
I fratelli pii Anapia e Anfinomo, contadini della zona etnea, vennero sorpresi da un’ eruzione mentre stavano per arare i campi. Fuggirono velocemente cercando di salvare i genitori mettendoseli sulle spalle. Questa decisione rallentò la fuga e vennero raggiunti dalla lava che ,secondo la leggenda, una volta arrivata nei pressi dei fratelli, si divise miracolosamente in due lasciando i fratelli e i genitori incolumi.
Il paladino Uzeta, giovane di umili origini, conquistò la benevolenza del re Federico II di Svevia grazie al suo coraggio e al suo valore. La leggenda narra che con la sua tenacia sconfisse i giganti Ursini, che all’epoca abitavano l’attuale Castello Ursino sconfiggendoli e cacciandoli dalla poderosa costruzione. Tale impresa gli valse anche la mano della figlia del re Federico.
Quella di Cola Pesce probabilmente è la leggenda più famosa delle terre siciliane.Nella sua versione più conosciuta, si narra di un certo Nicola (Cola di Messina), soprannominato Colapesce per la sua abilità nel muoversi in acqua; di ritorno dalle sue numerose immersioni in mare si soffermava a raccontare le meraviglie viste e, talvolta, riportava tesori. Il giovane abile sub ed amante del mare , poteva abitare anche mesi sott’acqua proprio come un pesce. Re Federico II di Svevia, venuto a conoscenza di questa capacità del giovane, volle metterlo alla prova gettando prima una coppa e poi la sua corona negli abissi, chiedendo che venisse r recuperata. Cola Pesce senza timore scese negli abissi riportando a galla i due oggetti lanciati dal re , incuriosito dalle storie raccontate dal giovane, il re lanciò il suo anello e Cola Pesce ancora una volta, lo recuperò. Ma stavolta non portò al re belle notizie, in quanto nella sua immersione scoprì che la Sicilia era poggiata su tre colonne: una a Capo Passero, una a Capo Lilibeo e una a Capo Peloro, proprio sotto Messina, e che per di più questa colonna era piena di vistose crepe e segnata dal tempo, o secondo un’altra versione essa era consumata dal fuoco dell’Etna, e decise di restare sott’acqua a sorreggere la colonna per evitare che lo sprofondamento dell’isola . Ancora oggi si troverebbe quindi a reggere l’isola e ogni 100 anni riemerge . Infatti, quando vi è un terremoto, si dice che Cola, stanco di sostenere la colonna, cambia spalla generando il tremore della terra.
IL PALAZZO S. GIULIANO

Il Palazzo San Giuliano, situato di fronte al Palazzo Centrale dell’Università, ospita oggi gli uffici amministrativi dell’Ateneo. Progettato dall’architetto palermitano Giovan Battista Vaccarini, il palazzo fu costruito nel 1738.
PIAZZA DEL DUOMO
La Via Etnea inizia ha inizio in una delle più armoniose piazze italiane, quella del Duomo, dove le attrazioni sono tante ,a partire dalla statua di lava del Liotru, l’enigmatico elefante simbolo cittadino. Al centro della piazza, si trova la Fontana dell’Elefante, composta da un basamento sopra il quale si erge un elefantino in pietra lavica che regge un obelisco sulla schiena. U Liotru -è questo il suo nome- è il simbolo della città dal 1239.


Il fotografatissimo simbolo di Catania guarda in direzione della maestosa Cattedrale di S. Agata, dedicata alla santa patrona della città che riposa al suo interno.

Proprio dalla piazza del Duomo si accede , a sud, alla Porta Uzeda (intitolata al viceré spagnolo) che fa da raccordo con l’Antico Seminario dei Chierici, consentendo l’uscita verso il mare attraverso i resti delle mura di Carlo V.



Dopo la passeggiata a Catania siamo andati a mangiare a Capo Mulini che è una frazione del comune di Acireale, vicino a Catania. Si trova a sud di Acireale, da cui dista circa 5 chilometri, nei pressi dell’omonimo capo che segna il limite settentrionale del Golfo di Catania.
Questo microscopico paese è famoso per il suo porticciolo, le sue attività di pesca e sicuramente per i suoi numerosi ristoranti di pesce.

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