COME ARRIVARE
A solo nove miglia marine dalla costa turca, Chios è raggiungibile in aereo. Diversi i voli da Atene, mentre in nave i porti di riferimento sono quelli del Pireo, di Rafina, Salonicco e Cavala .
Da Venezia e Milano con Aegean air con cambio ad Atene si può arrivare in 4 ore circa.
D’estate Chios è collegata anche via nave con le isole di Samos, Limnos, il Dodecanneso e Lesvos e con Cesme in Turchia. Meta di turismo principalmente locale è poco nota al turismo straniero. Nonostante sia la 5° isola per grandezza della Grecia ,la si pùò visitare tutta percorrendo 250 kilometri circa.
Noi siamo arrivati a Chios ad agosto del 2015 con volo aereo da Atene.



Chios è conosciuta come la patria di Omero, ma anche della Mastika (μαστιχα in greco), un prodotto naturale noto per le sue proprietà curative sin dal 600 a .C.
Si tratta di un “mastice” usato dall’industria alimentare .Questa particolarissima resina è il prodotto della secrezione del tronco e dei rami del lentischio di Chios (Pistacia lentiscus), opportunamente incisi con un apposito coltello.
Il lentischio è diffuso in numerosi habitat ,ma produce la mastika solo a Chios.La spiegazione scientifica riconduce il fenomeno al particolare microclima del sud dell’isola, alla caratteristica calcarea del suolo, ma soprattutto alla presenza di un vulcano sommerso nel tratto di mare antistante l’isola.


E’ stato sempre considerato un prodotto di alto valore commerciale sfruttato , nel corso della storia, dai differenti dominatori : dai genovesi che la governarono per ben 200 anni, allo stesso sultano di Costantinopoli che traeva profitti dal commercio della mastica, regalando ai 24 villaggi che la producevano nel sud dell’isola, una forma di statuto speciale.
La mastika di Chios ha effettivamente delle proprietà terapeutiche e digestive. Ippocrate stesso ne consigliava l’uso sia per ottenere denti e gengive sane con lo sfregamento in bocca di un ramoscello della pianta, sia per un alito profumato masticando una goccia, o meglio, una lacrima della pianta. E’ cioè il precursore della chewing gum.
E’ indicata, inoltre, nella cura delle patologie dello stomaco e in particolare delle ulcere.
Attualmente la Masticha di Chios ha ottenuto la denominazione di origine controllata e viene commercializzata dalla cooperativa che racchiude tutti i villaggi produttori. Il suo utilizzo spazia dalla cosmetica alla farmacologia comprendendo anche la gastronomia, soprattutto la pasticceria, e la produzione di liquori. Molto conosciuto il liquore “Mastica di Chios”.
La Mastika è legata ad una delle leggende che avvolge l’isola.
Quando l’esercito romano portò Agios Isidoros sul luogo dell’esecuzione, il Santo si mise a piangere, e le sue lacrime, cadendo divennero l’aromatica mastika.

Questa isola assomiglia ad una mezzaluna . Ci sono paesaggi straordinari ed è la quinta per estensione di tutta la Grecia. È un’isola ricoperta di verdi foreste, ricca di spiagge di ciottoli neri e bianchi e soprattutto è circondata da un mare dal colore azzurro intenso. Sono consigliabili le scarpette di plastica da mare perchè la maggior parte delle spiagge sono di ciottoli di origine lavica. Sono poche le spiagge sabbiose.

Siamo ad un passo dalle coste della Turchia, nell’Egeo orientale in un luogo mitologico.
Secondo la tradizione deve il suo nome al figlio di Poseidone, Chio ,nato durante una tempesta di neve sull’isola, ma un’altra leggenda la lega al mito di Onipione e di sua figlia Chiona . Onipione era figlio di Dionisio e Ariadne regina di Creta (Bacco e Arianna). Chiona loro figlia, nata sull’isola, da stirpe Cretese, simboleggia l’arrivo dei Minoici ed il fiorire della loro civiltà nell’isola. .
Ancora avvolta dalla leggenda, la nascita di Omero sull’isola. L’autore dell’Iliade e dell’Odissea insegnava a Daskalopetra (Pietra del Maestro) una località vicino a Chios seduto su un’enorme pietra.
STORIA DELL’ISOLA DI CHIOS (da http://www.giustiniani.info/chios.html)
Chios aveva senza dubbia una notevole importanza durante il periodo Greco, era Levkonion l’antica rivale di Troia menzionata da Tucidide che era situata nel sud dell’isola vicino ad Emborios. Gli archeologi hanno trovato tracce di un tempio dedicato ad Atena e di un’ antica necropoli. E’ stata rinvenuta a Chios presso Tholopotami nel 1907 un frammento (circa 65×30 cm) di un’antica costituzione greca databile circa al 600 a.C.La “costituzione di Chios” indica un sistema politico sofisticato . Esisteva un esecutivo rappresentato dal “Basileus”, e da un “Consiglio legislativo del popolo” ed un ordinamento giudiziario. I casi giudiziari erano risolti dai giudici (“Demarchos”). L’iscrizione assicura che la decisione dei giudici poteva essere appellabile dal “Consiglio del popolo” composto da 50 rappresentanti di ciascuna delle tribù principali di Chios. La costituzione prevede anche una sorta di “impeachment”. L’importanza del ritrovamento è data anche dalla sua datazione antecedente alla più famosa costituzione di Atene. Al tempo delle guerre Persiane fu occupata dai Persiani (494 a.C.). I Persiani lasciarono l’isola l’anno dopo averla rasa al suolo. Chios successivamente fece parte della Lega Ateniese per passare poi sotto i Macedoni ed essere conquistata poco dopo dai Romani e successivamente da Mitridate. Il dominio Bizantino che seguì, durò fino il 1272. Questo periodo fu caratterizzato da continue incursioni di pirati. Nel 1045 su ordine dell’Imperatore Kostantino IX Monomachos fu costruito il famoso Monastero Nea Moni ora in restauro, che ospitò fino a 3000 monaci. Nel 1272 l’isola fu controllata dai Veneziani per 74 anni. Durante il loro dominio portarono a Venezia le spoglie mortali di Sant’Isidoro che oggi riposa nella Basilica di San Marco. Nel 1346 l’isola venne occupata dai Genovesi che tramite la famiglia Giustiniani ne mantennero il possesso fino il 1566. Grazie a loro l’isola conobbe un nuovo periodo di splendore economico in tutti i campi commerciali. I Genovesi avevano sviluppato un efficiente sistema di avvistamento e di comunicazione. Sessanta torri piantate lungo il profilo dell’isola, sui promontori e sulla punta delle numerose insenature, l’una in vista dell’altra, collegate con differenti sistemi di segnalazione. Specchi, bandiere, fuochi, segnali di fumo che venivano utilizzati per lanciare l’allarme su tutta l’isola.








Alcune sono ancora in piedi, e sembrano sorvegliare in silenzio le spiagge riparate, le piccole calette, le baie seminascoste e solitarie .
Chios, ha storicamente avuto un intenso anche se non sempre felice rapporto con la Turchia e l’impero ottomano.I Turchi conquistarono l’isola nel 1566, cacciando i Genovesi. Durante quel periodo di grande sviluppo l’isola arrivò a contare fino a 100.000 abitanti. Gli Ottomani furono molto accorti e lungimiranti da preservare intatti i meccanismi di sfruttamento commerciale della mastika.
Nella seconda metà del 700, il dominio si fece più stretto con la perdita di autonomia dell’isola e la sua dipendenza diretta da Istanbul. Allo scoppio della rivoluzione Greca nel 1821, l’isola rimase neutra, ma nel 1822 rivoluzionari provenienti dalla vicina Lesvos sobillarono la popolazione contro i Turchi. La rivolta presto fallì ed i partigiani costretti al ritiro lasciarono la popolazione alla mercé dei Turchi. Questi desiderosi di infliggere una dura lezione, approntarono una grande flotta agli ordini dell’ammiraglio Kapudan Pashà Karà Ali che fece sbarcare un gran numero di Turchi affiancati da orde di irregolari per reprimere quanto rimaneva della resistenza. La rabbia degli ottomani produsse infatti la strage di Chios (più di 25mila morti e la vendita di molti altri come schiavi) che ispirò la letteratura del primo ottocento e lo stesso pittore Delacroix che immortalò il massacro.
Il titolo completo dell’opera di Delacroix (1824) conservata al Museo del Louvre: scene del massacro di Scio, famiglie greche attendono la morte e la schiavitù.

La strage raggiunse il culmine della ferocia nel villaggio medievale di Anavatos costruito su una rocca fortificata. Dopo un lungo assedio i Turchi massacrarono 3000 persone e, pur di non cadere nelle loro mani, molte donne con i loro bambini si uccisero saltando nel profondo burrone sotto la rocca. Questa orrenda strage sollevò un’ondata di proteste in Europa che costrinse i Turchi a finire la repressione facilitando il rientro degli esuli .L’ammiraglio Karà Ali fu a sua volta ucciso dal patriota Kanaris che notte tempo nel porto di Chòra attaccò la nave ammiraglia piazzando un barilotto di polvere da sparo, facendola esplodere. L’isola si riprese con molta fatica da questa distruzione, ma nel 1881 il tremendo terremoto procurò una pressoché totale distruzione. Nel 1912 l’esercito Greco liberò Chios. Allo scoppio della seconda guerra mondiale con le operazioni balcaniche Chios e le altre isole del nord del Dodecaneso passarono sotto il controllo dell’esercito nazista, quelle meridionali restarono sotto il controllo Italiano fino all’8 settembre 1943. L’esercito di liberazione Greco e gli AngloAmericani liberano le isole nel 1944.
MONASTERI
Numerosi i monasteri da visitare .
Noi abbiamo visitato il Monastero di Agia Markella e Nea Moni
Il Monastero di Agia Markella dedicato alla santa protettrice dell’isola è situato fuori dal villaggio di Volissos. Volissos è sormontato da una massiccia fortezza, costruita nel VII secolo dal generale bizantino Belisario, figlio dell’imperatore Giustiniano.
Arrivati nelle vicinanze di Volissos,abbiamo preso la strada per Agia Markella pasando internamente al paese seguendo la freccia scritta a mano attirati da una scritta che diceva “Se ad Agia Markella vuoi andare vai dritto per questa strada,ti guiderà fino alla chiesa” .Per fortuna avevamo un’auto piccola , perchè in realtà era una strada praticamente solo pedonale e la macchina è passata a stento.
Arriviamo ad Agia Markella ,un’oasi verde su una baia sabbiosa.
La storia di Markella che nacque e visse a Volissos durante il XIV secolo ha tutte le caratteristiche di un romanzo noir . La madre era una cristiana, il padre mussulmano. Markella era ancora una ragazza quando la madre morì, ma lei continuò a leggere la Bibbia e a pregare vivendo come la madre le aveva insegnato. All’età di diciotto anni il padre le impose di abbandonare il cristianesimo minacciandola di morte e lei, impaurita, fuggì nascondendosi nel fitto della boscaglia. Il padre, individuò il nascondiglio e appiccò il fuoco per costringerla a uscirne. Markella per sfuggire corse verso il mare, ma suo padre scagliò una freccia ferendola. Il sangue della fanciulla macchiava le rocce evidenziandone le tracce, Markella pregò intensamente Gesù perché gli scogli si aprissero sotto di lei sottraendola al padre e questo accadde: tutto il corpo viene inghiottito dagli scogli, tranne la testa.
Quando il padre la raggiunge, furioso , la decapita con un colpo di scimitarra e getta la sua testa in mare. Gli abitanti del villaggio cercheranno invano la testa della povera Markella per darle sepoltura; solo dopo molti anni, dei marinai, seguendo una luce che sembrava galleggiare sull’acqua, la trovarono e la portarono al villaggio . Il SANTUARIO di AGIA MARKELLA appare serenamente adagiato sulla bella spiaggia sabbiosa su cui fioriscono i gigli di mare (Pancratium maritimum).
Il luogo è riparato dal vento, e protetto da grandi alberi di tamerici . Sulla spiaggia si trova una taverna e il grande santuario. Gli abitanti di Volissos il 22 luglio, il giorno dedicato alla santa, organizzano la più grande celebrazione religiosa di Chios a cui partecipano molti pellegrini provenienti da tutta l’isola. Dalla spiaggia, poi, In 20 minuti a piedi si raggiunge il luogo dove la santa morì , dove l’acqua santa zampilla dalle rocce: accanto a questa fonte si dice avvengano guarigioni e miracoli e i pellegrini percorrono questo sentiero fiduciosi, accendono lumini nella cappella e attingono l’acqua dalla fonte. Il sentiero è molto suggestivo e termina in una minuscola e semplice cappella. Lungo l percorso, in più punti, le rocce evidenziano grandi macchie color ruggine facendo immaginare le tracce di sangue lasciate da Markella nella sua fuga. Proprio davanti alla cappella, fra gli scogli, zampilla la sorgente termale da cui sgorga acqua ferruginosa, rossastra, che non può che ricordare il sangue: questo è il luogo dove Markella venne decapitata e per i credenti il suo sangue si mescola ancor oggi con l’acqua del mare.












Il monastero più antico ed importante è quello di Nea Moni dell’XI secolo.
Nea Moni (Nuovo Monastero),che si trova nella regione centrale dell’isola di Chios, è uno dei più importanti monumenti bizantini in Grecia e un monumento di importanza internazionale. E’ infatti monumento inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. L’architettura del tempio principale è una struttura ottagonale tipica dell’isola. Fu costruito nell’ undicesimo secolo (tra il 1042 e il 1056) ad onore dell’Assunzione della Vergine Maria.






Nea Moni venne fondato con una donazione dell’imperatore Costantino IX Monomahos e di sua moglie Zoe. Secondo la tradizione venne costruito nel luogo in cui tre monaci, Nikitas, Ioannes e Iosif, trovarono miracolosamente un’icona della Vergine Maria, appesa ad un ramo di mirto. In quel periodo Costantino IX era in esilio nei pressi di Lesbo, ed i monaci lo visitarono parlandogli della visione e predicendogli che sarebbe divenuto imperatore. Costantino promise di costruire una chiesa se la previsione si fosse avverata. Infatti, nel 1042, Costantino divenne imperatore, e mantenne il proprio voto iniziando la costruzione del monastero.Grazie a concessioni terriere, esenzioni fiscali ed altri privilegi, concessi da Costantino e dai successivi imperatori, il monastero prosperò durante il periodo bizantino. Accumulò sostanziose ricchezze nei secoli, e divenne uno dei più potenti monasteri del Mar Egeo. Sfortunatamente, l’occupazione turca segnò l’inizio del suo declino finanziario. Gli edifici, posti nei circa 17000 metri quadrati coperti dal monastero, sono di diversa natura.
Il catholicon (chiesa principale) si trova nel punto centrale del monastero. Comprende la chiesa principale il nartece esterno ed interno,ed è abbondantemente decorata con marmi e mosaici. L’imponente torre difensiva occupa la parte orientale del sagrato e il refettorio (Trapeza) è posizionato a sud ovest del catholicon.


La cisterna seminterrata, che è conservata intatta, risale all’undicesimo secolo. Le rovine delle celle dei monaci possono a loro volta essere viste nel sagrato. Il monastero è circondato da un irregolare muro perimetrico di pietra. Inoltre dentro i limiti di questo muro di pietra ci sono due piccoli templi, il Tempio della Santa Croce e il Tempio di Agios Panteleimonas.
Un’ importante caratteristica del monastero sono i mosaici, fatti di pietre naturali multicolore.
Sfortunatamente, il monastero fu ripetutamente distrutto nel XIX secolo. Nel 1822, fu derubato dai Turchi e fu seriamente danneggiato dal terremoto del 1881. Il sisma causò il crollo del duomo, del campanile, e di parte del santuario del Catholicon, come pure la distruzione di molti mosaici.
La cupola della chiesa, che crollò durante il terremoto del 1881, fu ricostruita nel 1900. I mosaici furono restaurati negli anni Sessanta.
Oggi il monumento è stato ricostruito e ora ospita il Museo con i rimanenti tesori del monastero.
Ospita anche una cappella che conserva numerosi teschi,a testimonianza del massacro avvenuto nel 1822. Secondo l’iscrizione 3500 persone , principalmente donne e bambini rifugiatisi nel monastero furono uccisi o venduti come schiavi.
Ma Chios offre oltre a paesaggi mozzafiato anche borghi dall’aspetto bizantino, dove genovesi e veneziani hanno lasciato la loro impronta.
La Città di Chios o Chora si trova sulla costa orientale di fronte alla penisola turca di Erythrea, entrando in porto si nota immediatamente il castello Giustiniani, di epoca bizantina, oggi sede di un museo.
Il quartiere interno al castello conserva diversi elementi del periodo genovese e di quello turco, mentre passeggiando tra le vie cittadine si incrocia la fontana di marmo di Melek Pasha.
In piazza Vounaki la Cattedrale di Aghios Victores costruita nel 1881 e nelle immediate vicinanze, si trova la moschea di Abdul Medjit, oggi trasformata in museo.
Il porto è lungo e ricco di locali ,cafeterie,taverne e pub.




A Kampos si trovano altri edifici di stampo genovese.
I° ITINERARIO : Verso SUD
Da visitare la Mastichocoria zona dove cresce l’albero della Mastiha, anche qui sorgono case e un castello del XV secolo, oltre a diverse chiese , torri di origine genovese e le rovine di un tempio antico dedicato ad Athena.
Tra le spiagge, la più popolare è Karfas a 5km dal capoluogo .E’ una lunga spiaggia sabbiosa bordata da grandi alberi. La spiaggia ha sabbia fine ed acque pulite e offre tutte le infrastrutture turistiche necessarie, come sedie a sdraio, ombrelloni e attrezzature per sport acquatici . La spiaggia è circondata da alberghi, pensioni e stanze da affittare e inoltre da bar, caffè e locali notturni.


Noi abbiamo soggiornato a Karfas all’Hotel Erytha
L’hotel è direttamente sul mare, con una bellissima vista che arriva fino alle coste della Turchia di fronte.

Da qui abbiamo raggiunto facilmente i luoghi più caratteristici dell’isola e poichè l’hotel è dotato di ristorante con piscina è spesso scelto come sede di ricevimenti di nozze e noi abbiamo potuto assistere dal bar dell’hotel ai balli tradizionali che accompagnano i matrimoni.
La danza tradizionale greca vive ancora nelle giovani generazioni con i clarini, lires e bouzukia. Nella festa del matrimonio, la sposa guiderà le danze con gli invitati. La sposa ballerà a turno con lo sposo, i genitori, i suoceri e tutti gli invitati sempre la stessa danza, la cosiddetta danza della sposa ,che le ragazze imparano fin da bambine. In realtà per la sposa greca il ricevimento di nozze si rivela essere anche faticoso, perchè deve ballare con tutti quasi senza mai fermarsi.
Specialmente nei matrimoni con tanti invitati questa danza può durare anche ore.

Proseguendo verso Sud si trovano numerosi paesi sul mare e belle spiagge a poca distanza una dall’altra.
Una bella spiaggia è sicuramente quella di Aghia Fotia. All’entrata del paese,sulla sinistra , c’è una buona taverna con cibi tradizionali.



Questa parte dell’isola è la più caratteristica ,oltre che per le belle spiagge riparate dal vento ,per la presenza delle coltivazioni di Mastika e i tipici villaggi fortezza di origine Genovese con le case costruite l’una vicino all’altra intorno alla rocca centrale o alla chiesa.
Tutte le stradine dei villaggi sono strette e simili ai “carrugi” di Genova, pavimentate di dura roccia o con ciottoli bianchi e neri. I principali villaggi sono quelli di Armolia, Pyrgi, Olympi, Mesta e Vessa, tutti costruiti tra il IV ed il XV secolo. Questi villaggi sorsero in funzione della produzione della Masticha. Alcuni nel corso dei secoli sono andati distrutti dai Turchi e dal terremoto del 1881. Questi villaggi sono conosciuti come “Mastichohoria” (paesi della Masticha). Di questi borghi i meglio conservati sono Mestà e Pyrghi a circa 30 km dal capoluogo. Da qui la strada traccia un cerchio che tocca tutti i principali villaggi. Andando verso Sud il primo villaggio che si incontra è Armòlia famoso per la lavorazione della terracotta con disegni di animali.
Da qui ci spostiamo verso il mare. Una spiaggia frequentata è quella di Komi. È ideale per il nuoto, in quanto è riparata dai venti. Le acque qui sono poco profonde.

Proseguiamo verso Emporios, paese posto su un piccolo porticciolo con numerosi hotel appartamenti e stanze per l’alloggio e taverne in cui si mangia del buon pesce .




Da qui parte la strada per la spiaggia più coreografica dell’isola : MAVRA VOLIA
E’ una spiaggia di piccoli ciottoli neri di origine vulcanica,a circa 30 km da Chios. In realtà sono tre spiagge imitrofe con acque profonde ed azzure. E’ consigliabile arrivare in prima mattinata, perchè ,poi è più difficile il parcheggio. Non è attrezzata, ma c’è un piccolo bar con bibite e generi di ristoro.




Proseguendo a pochi km da Emporios, troviamo un’altra spiaggia molto suggestiva : VROULIDIA.
E’ sulla punta più a Sud dell’isola. Dal parcheggio ,in cui si trova un piccolo bar, si scende per un sentiero lastricato e si arriva alla spiaggia di ghiaia e sabbia di color azzurro intenso e di sapore esotico.
Anche questa spiaggia non è attrezzata, ma se si arriva presto è possibile trovare un po’ di ombra naturale.



Torniamo verso l’entroterra per visitare PIRGI il paese dipinto.Qui le facciate delle case sono tutte decorate con disegni geometrici di notevole effetto, scolpiti sui muri con una tecnica detta “xistà” (graffiato) e poi dipinti.
Molto suggestiva è l’usanza degli abitanti di appendere collane di piccoli pomodori sui balconi per la loro essiccazione




Dopo una bibita in un kafenion della piazzetta sotto la Chiesa anch’essa interamente decorata, ci spostiamo cerso Olimpi : anche questo paese di stampo medievale è caratterizzato dalle case dipinte.
Ci riportiamo ora verso il mare. Dopo circa 8 km di strada ci troviamo ad AGIA DINAMI. A fianco di una piccola chiesa c’è una bellissima spiaggia molto suggestiva con acque color smeraldo.









Torniamo sulla strada principale e prendiamo la deviazione per AVLONIA. E’ una spiaggia attrezzata con pochi ombrelloni e un piccolo bar con acque blu che degradano dolcemente.La baia è profonda e perciò protetta dai venti.
Poco lontano dalla spiaggia una piccola chiesetta costruita sotto la roccia.





Arriviamo poi a MESTA il paese medievale più conservato di tutta la Mastichochoria, rimasto intatto anche dopo il terremoto.
Mesta è un villaggio fortezza del periodo bizantino (XIV-XV secolo) che è stato dichiarato patrimonio nazionale e si trova a 35 km a sud della città di Chios. E’ stato costruito così per difendersi dai Turchi e dai pirati.
Si passeggia percorrendo le sue stradine lastricate, perdendosi tra i sottoportici e le case costruite in pietra. Ci sono cinque porte d’accesso . Molto bella la grande Basilica a tre navate dedicata a Megalos Taxiarchis con delle culture lignee datate 1833. Tutti gli edifici risalgono all’epoca della dominazione Genovese. Il villaggio è al tempo stesso una fortezza, un blocco unico di abitazioni, indipendenti ma addossate una all’altra.
La struttura residenziale in Mesta, è uguale alla struttura che prevaleva tutti i villaggi a sud, della “mastihohoria” ed è basata sull’ esistenza di una alta torre centrale attorno alla quale si estendeva il villaggio.
Le case, unite l’una con l’altra, formano una barriera difensiva. Le mura affacciate verso l’esterno erano prive di finestre per opporre un ulteriore baluardo agli assedianti. Ora finestre esterne sono state “aperte” utilizzando le piccole antiche feritoie difensive .
La piazza principale è chiamata “Livadi” è l’unico spazio aperto del villaggio e brulica sempre di persone.
Tra le vie si respira il fascino medioevale ed infatti una troupe cinematografica vi stava girando un film.









Torniamo sulla costa proseguendo lungo la strada che esce da Mesta verso Apothikas beach una piccola baia di ciottoli e ghiaia. Proseguiamo sempre sulla costa verso Limani Meston, un porticciolo baia naturale con 2 taverne di pesce e una chiesetta.



Ci dirigiamo verso la via del ritorno, ma la strada si fa panoramica e vediamo delle bellissime baie. Ci fermiamo alla prima: Didimi beach, si tratta di 2 spiagge unite da una lingua di terra





Proseguendo verso nord arriviamo ad Agia Irini

Prendiamo la strada interna che attraversa l’isola e passato BESSA, altro paese fortezza , torniamo a Karfas.

II° ITINERARIO: VERSO OVEST
Ci portiamo verso BESSA e poi verso LITHI . E’un paesino-porticciolo con una lunga spiaggia sabbiosa e possibilità di alloggio

Da LITHI proseguiamo verso NORD e arriviamo a TRAHILI beach : spiaggia di ghiaia e ciottoli protetta da una torre




Proseguendo dopo pochi km ,arriviamo ad ELINDA beach: una delle baie più coreografiche. Al centro della baia sabbiosa una piccola chiesa e sul promontorio l’immancabile torre





Da Elinda ci portiamo verso l’interno .Ci fermiamo ad AVGONIMA ,piccolo paese di case di pietra restaurate con 2 taverne caratteristiche ,una posta nella piazza e l’altra in posizione panoramica con terrazza verso il mare .
Entrambe servono cibi della tradizione isolana: dolmadakia,capretto al forno o allo spiedo ,salsiccia …













Da Avgonima dopo 11 km arriviamo ad ANAVATOS
Anavatos è un villaggio deserto costruito sopra un’impervia rocca,sul bordo di un precipizio. Gli abitanti costruirono questo borgo fortificato per fuggire alle frequenti incursioni dei pirati e dei turchi. ll villaggio prese il nome originariamente dalla parola greca “anaveno”, che significa “scalare”. Vi si può accedere solo dal lato nord del paese essendo tutti gli altri lati a picco sulla roccia. Dichiarata monumento nazionale, la cittadina è sottoposta a restauri conservativi. Qui si consumò la ferocia dei Turchi nel 1822 immortalata da Delacroix che , riusciti ad entrare a tradimento nella rocca, massacrarono l’intera popolazione.
Sebbene deserto si intuisce la sua storia percorrendo le sue strade in pietra. La guerra d’indipendenza greca del 1821 e il massacro del 1822 furono molto importanti per la storia di questo paese.
I morti furono più di 1500 , e si dice che molti si gettarono dal precipizio per non essere fatti schiavi.






Lungo la strada di ritorno ci fermiamo a visitare Nea Moni
III° ITINERARIO: VERSO NORD-OVEST
Attraversata la città di CHIOS verso Nord arriviamo a VRONTADOS. Qui ci fermiamo a fotografare i mulini che spesso caratterizzano Chios nelle cartoline.



Da Vrontados ci portiamo verso l’interno attraversando un altopiano roccioso e brullo e arriviamo a Volissos, paese che rivendica la nascita di Omero.



La spiaggia di Limnos si trova nella parte nord-occidentale dellʼisola, vicino a Volissos; nelle vicinanze ci sono taverne che servono piatti a base di pesce fresco. Limnia, che si trova nella parte nord-occidentale dellʼisola, serve da porto al villaggio di Volissos. Nelle vicinanze ci sono molti hotel, appartamenti, monolocali.
Arriviamo,poi, ad Aghia Markella questa spiaggia è lunga, con sabbia e ciottoli e si estende davanti al monastero di Santa Markella, patrona dell’isola. Si trova ad una distanza di circa 47 chilometri a nord-ovest di Chios. Le acque sono molto pulite, profonde e molto fredde. Un sentiero alla fine della costa porta al posto dove Markella morì martire. Da qui proseguendo verso Lithi incontriamo una serie di spiagge prevalentemente sabbiose.
Managros, che si trova nella parte nord-occidentale dellʼisola, vicino a Volissos, è una meravigliosa spiaggia con sabbia grossa e profonde acque cristalline, questa e la spiaggia piu lunga dellʼisola, circa 1,5 km.

Tornando verso EST si può mangiare del buon pesce a Lagada, che si trova a 16 km a nord-ovest dalla città di Chios, un pittoresco villaggio porticciolo con molte “psarotaverne” taverne di pesce
