Il mulino o filetto o trea o triplice cinta è un gioco da tavolo tradizionale antichissimo diffuso in gran parte del mondo.

ed è ancora giocato dai bambini di tutte le età

Il gioco del tris propriamente detto, si può considerare una semplificazione del mulino. 

Il mulino si gioca su una tavola costituita da tre quadrati concentrici, con segmenti che uniscono i punti medi dei lati dei diversi quadrati.

REGOLE

Ogni giocatore ha a disposizione nove pedine , inizialmente poste fuori dal tavoliere. 

Durante la prima fase del gioco, i giocatori devono inserire, uno alla volta e a turno, i propri pezzi sulla tavola da gioco. I pezzi possono essere collocati su un qualunque incrocio o vertice libero. Se un giocatore, posizionando il proprio pezzo, completa una linea di tre pezzi contigui (trea), elimina dal gioco uno dei pezzi dell’avversario. 

Nella seconda fase, il giocatore di turno sposta un proprio pezzo dalla sua posizione  a un incrocio o vertice libero adiacente; se così facendo  completa una linea di tre pezzi contigui, elimina dal gioco un pezzo avversario a sua scelta.Quando un giocatore rimane con solo tre pezzi, può muovere il proprio pezzo anche saltando a posizioni non contigue . 

Vince il  giocatore che lascia l’avversario con meno di tre pezzi in gioco o senza possibilità di muovere. Non si può fare trea in obliquo. 

Le regole generali del gioco si prestano a numerose varianti. Sono anche diffusi tavolieri con un disegno geometrico diverso, per esempio dotati di un quadrato aggiuntivo oltre ai tre standard, o con i segmenti di congiunzione che uniscono i vertici dei quadrati anziché i punti mediani. 

Una variante di minore interesse strategico prevede l’utilizzo di 12 pezzi per giocatore (quelli di solito forniti per il gioco della dama):in questo caso il gioco si compone solo della prima fase (piazzamento dei pezzi). Il primo giocatore che allinea tre pezzi ha vinto la partita.

Storia

Tavola trovata durante gli scavi della metro di Atene ed esposta nel piccolo museo all’interno della Stazione di Sintagma.

La tavola da gioco  si conosce  sin dall’antichità: è stata trovata all’Acropoli di Atene ,nelle basiliche romane, nelle navi dei Vichinghi ,nelle cattedrali gotiche, sui resti di antiche abitazioni. Per molti è un semplice schema di gioco, per alcuni un simbolo magico od esoterico legato anche ai Templari . Come spesso è accaduto con altri simboli esoterici, lo stesso simbolo è  stato utilizzato nei secoli anche come schema di gioco.

La “triplice cinta sacra” rappresenterebbe la capitale di Atlantide o il tempio di Salomone o la Gerusalemme celeste. 

A volte lo schema è inciso in verticale, quindi non utilizzabile come tavola di gioco ( forse un segnale o un’indicazione di luogo con particolari caratteristiche). Ma spesso sulle chiese medievali la scacchiera (certamente ludica) è orizzontale. 

Il gioco con le pedine bianche e nere rispecchiava anche la lotta del bene contro il male, e  rappresentava qualcosa che andava oltre il semplice passatempo, infatti si riteneva che  spesso la vittoria o la sconfitta fossero guidate dalla Sorte o dagli dei  come gli eventi della vita.

In epoca moderna la tavola della trea è  solitamente posta nella parte opposta della scacchiera .

SIGNIFICATO

La triplice cinta sacra è un simbolo sacro rappresentante l’orientamento dell’uomo nello spazio. È presente in moltissime culture e la si ritrova in molti paesi del mondo. In Italia in particolare è stata riconosciuta in diverse località , scolpita nella pietra, specialmente diffusa in chiese e monasteri.

Una variante grafica della Triplice Cinta è quella circolare, generata da cerchi concentrici anziché da quadrati. 

Il  mito di Atlantide ci rimanda a una simile struttura descritta  da Platone nei Dialogo Crizia.

….A Poseidone, invece, toccò in sorte Atlantide. Il dio si innamorò di Clito, una fanciulla dell’isola, e «recinse la collina dove ella viveva, alternando tre zone di mare e di terra in cerchi concentrici di diversa ampiezza, due erano fatti di terra e tre d’acqua», rendendola inaccessibile agli uomini, che all’epoca non conoscevano la navigazione. Rese inoltre rigogliosa la parte centrale, occupata da una vasta pianura, facendovi sgorgare due fonti,  una di acqua calda e l’altra di acqua fredda. Poseidone e Clito ebbero dieci figli, il primo dei quali, Atlante, sarebbe divenuto in seguito il governatore dell’Impero. La civiltà atlantidea divenne una monarchia ricca e potente e l’isola fu divisa in dieci zone, ognuna governata da un figlio del dio del mare e dai relativi discendenti. La terra generava beni e prodotti in abbondanza, e sull’isola sorgevano porti, palazzi reali, templi e altre maestose opere. Al centro della città vi era il santuario di Poseidone e Clito, lungo uno stadio, largo tre plettri ed alto in proporzione, rivestito di argento al di fuori e di oricalco, oro e avorio all’interno, con al centro una statua d’oro di Poseidone sul suo cocchio, che arrivava a toccare la volta del tempio.
Ognuno dei dieci re governava la propria regione di competenza, ed erano legati gli uni agli altri dalle disposizioni previste da Poseidone e incise su una lastra di oricalco posta al centro dell’isola, attorno a cui si riunivano per prendere decisioni che riguardavano tutti. La virtù e la sobrietà dei governanti durò per molte generazioni, finché il carattere umano ebbe il sopravvento sulla loro natura divina. Caduti preda della cupidigia, gli abitanti di Atlantide si guadagnarono l’ira di Zeus, il quale chiamò a raccolta gli dèi per deliberare sulla loro sorte. ….

E’ stata anche interpretata come una raffigurazione della cerchia druidica delle mura dei Celti.

Anche il tempio di Salomone di Gerusalemme viene talvolta rappresentato con uno schema che ricorda quello della triplice cinta

TEMPIO DI GERUSALEMME

 

Ricostruzione artistica del Tempio di Gerusalemme di Christian van Adrichom (1584)

Nella Bibbia  ( I Re ) troviamo menzionati i tre cortili cinti da pietre del Tempio di Salomone , ma anche la Gerusalemme Celeste con dodici porte (Apocalisse) che mostra uno schema simile. 

La descrizione della Gerusalemme celeste nell’Apocalisse
Aveva un muro grande e alto, aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli, e sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribъ dei figliuoli d’Israele. A Oriente c’erano tre porte, a Settentrione tre porte, a Mezzogiorno tre porte, a Occidente tre porte. E il muro della cittа aveva dodici fondamenti, e su quelli stavano i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello. E colui che parlava meco aveva una misura, una canna d’oro, per misurare la cittа, le sue porte, il suo muro. E la cittа era quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza. (…) Le sue porte non saranno mai chiuse di giorno (e la notte non vi sarа piъ), e in lei si porteranno i tesori e la gloria delle nazioni. E niente d’immondo e nessuno che commetta abominazione o falsitа vi entreranno, ma quelli soltanto che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello. 
(Apocalisse,
21.10-27)

Gerusalemme celeste nell’Apocalisse miniata del Beatus(VIII sec) (New York)

Nel Medioevo l’architettura di chiese e monasteri cercava di trasmettere l’anelito alla vita eterna promessa nel cristianesimo, per cui fu un riferimento costante la descrizione della Gerusalemme celeste, dell’Apocalisse di Giovanni anche per la costruzione di monasteri.

Generalmente, all’ingresso del monastero vi era un cortile dal quale si poteva accedere a vari edifici disposti a quadrilatero intorno al chiostro.

Questa forte simbologia si rifletté nei monasteri nella ricerca di una città di Dio ideale, basata sull’organizzazione in quadrati delle distinte zone.

Nel Medioevo l’immagine della triplice cinta si trova, in varie versioni , nelle cattedrali gotiche e si pensa che lo schema venne adottato dai Templari per contrassegnare dei luoghi di particolare sacralità. La si ritrova spesso incisa sia in orizzontale, sia in verticale, sui muretti e sulle soglie dei gradini delle chiese medievali fino al XIII-XIV secolo.

La presenza di una Triplice Cinta  potrebbe indicare  «che ci si trova in un luogo che rappresenta l’omphalos, l’ombelico, il centro della zona, oppure il centro di energie fisiche (luoghi con particolari caratteristiche tellurico-magnetiche) che possono venire esaltate da un raggruppamento di persone spiritualmente legate , per esempio in preghiera.  D’altronde anche il disegno indica il cammino verso il centro .

 Affascina immaginare la Triplice cinta come una misteriosa traccia iniziatica , uno schema simbolico segreto, che ha accompagnato, le diverse fasi storiche dell’umanità, da Atlantide, alla Bibbia, ai Celti ,ai Templari .

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