L’isola arida e ventosa è completamente disabitata e oggi è divenuta un grandissimo sito archeologico  visitato in 2-3 ore dai turisti  appassionati di miti, leggende e civiltà antiche.
Proprio per le sue caratteristiche, l’isola di Delos è stata considerata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Si affianca all’isola anche la vicina Rinia, altrettanto disabitata.
L’isola può essere raggiunta con visite giornaliere dalla vicina Mykonos .

La grande fortuna di Delos come centro culturale e religioso si deve alla leggenda secondo la quale proprio nell’isola fosse avvenuta la nascita del dio Apollo e di Artemide.
Tutto ebbe inizio con un parto difficile.
Secondo il mito, tra i tanti amori di Zeus, c’è da aggiungere quello per Leto, che i romani chiamarono Latona.
Ella apparteneva all’antica e nobile stirpe dei Titani; suo padre era Ceo e sua madre Febe.
Quando Era, la moglie di Zeus, scopre che Latona è incinta, la bandisce da tutti i luoghi della terra per impedirle di mettere al mondo i figli. Nessun suolo l’avrebbe ospitata nel momento del parto, nessuna Dea l’avrebbe aiutata .
La gelosa Era prese a perseguitare Latona, che era una divinità mite, timida e incapace di difendersi da sola. Era le aizzò contro il serpente Pitone e si fece promettere dalla Terra che non avrebbe dato mai all’infelice donna un sicuro rifugio. Latona, sola, disperata e inseguita dall’ enorme serpente iniziò a vagare per il mondo finchè non riuscì a fermarsi sulle rive di un’isola errante, nascosta agli occhi degli altri Dei.L’isola di Asteria, una delle Cicladi, un’isola che come una nave, fluttuava per i mari senza avere una dimora fissa.
Un tempo Asteria era una dea, figlia di Ceo e Febe, quindi sorella di Latona, ma per aver rifiutato l’amore di Zeus fu tramutata in quaglia che una volta precipitata in mare divenne un’isola, difatti si chiama anche Ortigia, che significa “isola della quaglia”.
In quest’isola si fermò Latona, e Asteria non poté rifiutarsi di proteggere la sorella.
 Fu lì, in quella terra solitaria che, appoggiata ad una palma, Latona partorì senza alcun dolore la figlioletta Artemide e, dopo nove giorni e nove notti di travaglio, il figlio Apollo aiutata proprio da Artemide e dalla Dea Ilizia,dea delle nascite.

Da allora, l’isola è stata dedicata al dio Apollo. Delos durante l’antichità era considerato il santuario più importante e gli antichi greci vi hanno costruito molti templi maestosi, ed eretto statue su quest’isola che sarà in seguito chiamata “Isola Sacra”.
Alla nascita di Apollo l’Isola si ammantò d’oro e Zeus riconoscente per aver ospitato Latona nel momento del bisogno, l’ancorò al mare . Latona vi fondò il culto dei suoi gemelli costruendo per loro i templi che ancora oggi si possono ammirare, di cui quello di Apollo fu quello più importante. Apollo uccise l’enorme serpente Python che aveva perseguitato  sua madre durante la gravidanza
Apollo era dio della luce e della bellezza, nonché della poesia e della musica.
In onore della nascita del dio del Sole, Apollo, l’isola venne chiamata Delo, che in greco significa “la chiara, la luminosa”.
 
Naturalmente il vento è implacabile e il mare agitato.
Dopo un periodo di egemonia di Naxos, Delos cade sotto l’influenza di Atene e diviene sede della lega Delio-Attica ospitandone il tesoro fino a quando Pericle non lo fa portare ad Atene. Dopo due “purificazioni” che portarono allo smantellamento di tutte le tombe dell’isola che furono trasferite nella vicina isola di Renea, fu imposto rigorosamente il divieto di “nascere e morire” sull’isola. Sotto il dominio di Roma Delos conobbe il massimo splendore divenendo una città di circa 25.000 abitanti che poggiava la sua economia principalmente sul prestito di denaro e sul commercio degli schiavi; tutta questa ricchezza attirò le mire di Mitridate che la saccheggiò.
La zona del lago sacro è ora prosciugato con al centro una palma sotto la quale sarebbe avvenuto il parto divino

E’ presente un museo con  molti  vasi, statue , vi sono anche in una sala separata i leoni originali tolti dalla terrazza esterna, e stele dedicatorie.

Nel museo davanti alla statua di un kouros  è stata apposta la poesia  Ionica di Constantinos Kavafis che si adatta perfettamente ai luoghi sacri dell’Isola di Delos

Se abbiamo abbattuto le loro statue

se li abbiamo scacciati dai loro templi

non per questo gli dèi sono morti.

O terradi Ionia, sei tu ch’essi amano ancora.

Quando il mattino d’agosto ti avvolge tutta

nella tua aria passa un vigore di quella loro vita

e una figura d’efebo, indecisa, immateriale,

a volte corre via veloce sull’alto delle tue colline.
 

La poesia “Ionica”, scritta nel 1911,da Kavafis è una risposta, un grido di disperazione contro la distruzione dei templi degli antichi dèi da parte dei Cristiani di Bisanzio.
 Quest’ombra, questo spettro d’efebo che sfiora le colline di Ionia è la voce e la via di una resistenza segreta che si eleva contro le forze della trasformazione.

Ci addentriamo passeggiando nell’area sacra con i tre templi dedicati ad Apollo .
Il luogo più caratteristico dell’isola è la Terrazza dei Leoni dove si trovano sedici statue raffiguranti leoni (appunto sono i leoni di Delos) che fanno da guardiani all’isola sacra in onore del dio Apollo.

Passiamo poi, per il quartiere residenziale con le sue case con cortili centrali e stanze adorne da notevoli mosaici che hanno dato il nome alle ville: casa delle Maschere, dei Delfini, del Tridente, di Cleopatra. Incontriamo anche i resti del teatro, grandissimo ma che conserva solo i sedili in basso e parte del muro laterale di contenimento formato da grandi massi in contrasto.

Ti potrebbe piacere:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *